La mostra è stata aperta a Brescia dal 23 settembre all’11 ottobre 1988 presso l’ex Cavallerizza di via Cairoli a Brescia.
Hanno presentato la mostra il vescovo di Crema Carlo Manziana, ex deportato a Dachau, il sindaco di Brescia Pietro Padula e il console della Repubblica Federale di Germania a Milano Manfred Steinkuhler.
La mostra è rientrata nel ciclo di iniziative su “Pace, diritti dell’uomo e sviluppo dei popoli” (V edizione) proposto dal Comune di Brescia – Assessorato ai Servizi Sociali e dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.
Carlo Manziana nacque a Urago Mella, quartiere occidentale di Brescia, il 26 luglio 1902. Ancora giovane entrò nella congregazione degli Oratoriani. Fu ordinato sacerdote nel 1927. Si dedicò soprattutto alla formazione dei giovani e delle coscienze nell’Oratorio della Pace, lavorando insieme a Teresio Olivelli nel campo della formazione e della diffusione della stampa clandestina. Considerato da fascisti e nazisti uno dei principali ispiratori di quel «covo di ribelli» che era l’Oratorio della Pace, padre Manziana venne rinchiuso in carcere a Brescia il 4 gennaio 1944, insieme a don Vender, Andrea Trebeschi e Mario Bendiscioli. Trasferito al forte San Leonardo di Verona, fu poi deportato il 29 febbraio 1944 nel campo di concentramento di Dachau; è il secondo dei 28 preti italiani che vi saranno rinchiusi, preceduto solo da don Giovanni Fortin, parroco di Terranegra (Padova). Don Manziana, matricola 64762, riuscì a sopravvivere all’inferno dei lager nazisti: venne liberato il 29 aprile 1945 dalle truppe americane e rientrò in Italia il 13 luglio. Il 19 dicembre 1963 fu nominato vescovo di Crema da papa Paolo VI: qui ha guidato il cammino di rinnovamento della diocesi alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Si ritirò nel 1981 e morì, ultranovantenne, a Brescia il 2 giugno 1997. (http://www.fiammeverdibrescia.it – 2019)