Mercoledì 7 maggio 2008 alle ore 20,45 nella Sala Bevilacqua di via Pace n. 10 a Brescia, Francine Christophe, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, ha presentato il suo libro “Non sono passata per il camino”, ed. Macchione.
Francine Christophe, Non sono passata per il camino, ed. Macchione
Il libro “Non sono passata per il camino” di Francine Christophe è considerato il seguito “naturale” del “Diario” di Anna Frank perchè Francine, catturata nel 1942, ha iniziato un lungo peregrinare nei campi di internamento francesi, concludendosi nel maggio del 1944 quando ha raggiunto il campo di Bergen-Belsen, lo stesso dove si trovava Anna Frank, con una sola piccola-grande differenza: Francine è sopravvissuta alla Shoah. Per questo Francine si è sempre considerata una bambina privilegiata (effettivamente, in base alla Convenzione di Ginevra, ai famigliari dei prigionieri francesi, fu concesso di restare inizialmente nei campi francesi, e ai bambini di essere deportati insieme alle madri). Rispetto ad Anna Frank, che nel suo “Diario” racconta il periodo pre-prigionia, con le paure, quindi, e i timori legati alla possibilità di essere scoperti e catturati (come purtroppo è accaduto), Francine rievoca la vita vissuta in quei campi, con ogni orrore, violenza, lotta per la sopravvivenza contro i pidocchi, gli inceneritori, il tifo… Non si riesce neppure a pensare come i bambini, per far passare le loro giornate, si cimentassero nella conta dei “mucchi” di morti, delle differenze tra le teste rasate, dei piedi, degli arti… ammassi di corpi senza vita, con gli occhi sgranati, da cui magari era possibile scorgere il viso di chi, fino alla mattina appena trascorsa, era nella stessa baracca. E come questa scena, se ne vedevano molte altre: visioni al limite della sopportabilità ma che sono accadute realmente, e questo ci fa capire per l’ennesima volta in quale abisso di male possa cadere l’essere umano.