Per il ciclo di conferenze “Il varco è qui?” – La ricerca dell’Assoluto nella letteratura, l’11 marzo 2002 nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, ore 18, Curzia Ferrari, scrittrice e giornalista, ha parlato di Salvatore Quasimodo. L’attore Raul Grassilli ha letto alcune liriche del poeta.
L’incontro è stato promosso da Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Uciim e Padri della Pace.
Curzia Ferrari. Biografia. Nata da padre genovese e madre lombarda, frequenta gli studi classici e contemporaneamente il liceo artistico. Studia russo. La introduce nel campo del giornalismo Giovanni Titta Rosa invitandola a collaborare a La Fiera Letteraria. È stata sposata con il maestro di musica Domenico Ferrari. Ha due figli e due nipoti. Ha raccontato la sua relazione con Salvatore Quasimodo in Dio del silenzio, apri la solitudine (Àncora Editore). Ha curato rubriche d’arte su L’Avanti, Critica Sociale, L’Indipendente, Letture, Historia. Negli anni Settanta per il settimanale Gente ha svolto inchieste in URSS. Ha scritto sceneggiati per la RAI-TV e condotto i programmi radiofonici “Effemeridi” e “Poesia nel mondo”. Dal 1995 collabora con elzeviri a Il Giornale di Brescia. Ha tradotto Viktor Sosnòra, Esenin, Achmatova, la Plejade di Puškin, le canzoni di Demjan Bedny e i poeti contadini russi da Kol’cov a Gamzatov. Le sue opere sono tradotte in 13 Paesi, e sono presenti nelle antologie. Ha vinto molti premi. Nel 2012 le è stato assegnato il premio alla carriera dalla giuria di Sulle orme di Ada Negri. Fra i riconoscimenti più importanti, il Premio del Presidente della Repubblica Italiana, la medaglia d’oro di benemerenza civica del Comune di Milano, l’Ordre des Arts e des Lettres dell’Académie de France, il Premio Caterina II per la diffusione della cultura russa in Italia. (wikipedia.org – 2019)
Raul Grassilli. Dopo aver frequentato l’università, decide di assecondare la sua passione per lo spettacolo iscrivendosi al corso di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Diplomatosi nel 1948, entra nella compagnia di Ruggero Ruggeri e nel 1949 si esibisce sul palcoscenico del “Piccolo Teatro” di Firenze in “Peccato che sia una sgualdrina” di Ford. Inizia così un’intensa carriera teatrale che lo vede recitare prima insieme a Tatiana Pavlova, poi con la compagnia di Alida Valli e Tino Buazzelli, infine con quella di Gino Cervi e Olga Villi, spostandosi tra Genova, Roma e molte altre città italiane. Tenta anche la via della radio e quella del cinema, partecipando nel 1948 a “Fantasmi del mare”, documentario di De Robertis, ma è la televisione a regalargli la notorietà con gli sceneggiati targati RAI che, tra gli anni Sessanta e Settanta, calamitano l’attenzione della quasi totalità degli italiani. A partire dal 1960, presta il volto a molti eroi del piccolo schermo, a partire da “Il caso Maurizius”(1961) di Anton Giulio Majano, fino a “Quinta colonna”(1966) di Vittorio Cottafavi, “Le mie prigioni”(1967) di Sandro Bolchi e “Delitto di Stato”(1982) di Gianfranco De Bosio. Nonostante le sue grandi doti attoriali, il cinema sembra non interessarlo e non interessarsi a lui: sono poche le pellicole cui partecipa, soprattutto negli anni Sessanta, tra cui spiccano “Pelle viva”(1962) di Giuseppe Fina e “Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano”(1969) di Luigi Comencini. Lasciato il mondo dello spettacolo, per molti anni è il direttore della casa di riposo per artisti “Lyda Borelli” di Bologna. Muore alla vigilia dei suoi 86 anni. (comingsoon.it – 2022)