Gentili Signore e Signori,
Rev.mo Padre Christian Führer,
Vorrei innanzitutto ringraziarVi per l’invito a partecipare all’inaugurazione di questa mostra “Dalla rivoluzione pacifica alla riunificazione”.
Un grande ringraziamento anche al Dott. Alberto Franchi e la Dott.ssa Paola Paganuzzi per la loro collaborazione con l’Ambasciata Tedesca a Roma.
Il distretto del ns. Consolato si espande da Genova a Trieste e da Bolzano a Rimini, qui hanno ed avranno luogo tanti eventi sul tema della caduta del Muro. Siamo molto contenti del grande interesse e dell’impegno dimostrato in Italia nei confronti della caduta del muro. Questo dimostra che gli eventi del 9 novembre 1989 e le sue conseguenze erano e sono ancora di grande importanza anche oltre la Germania. Dimostra anche la grande amicizia, che lega i nostri due Paesi.
L’uomo tende a dimenticare i momenti brutti della sua vita, ed alla mia generazione, comunque, fa bene ricordare ogni tanto anche questi eventi.
Le fotografie spesso in bianco e nero sono molto espressive e trovano subito la via nella mente dello spettatore. Ci fermiamo un attimo e vediamo uno spot, un lampo della nostra memoria, che ci fa presente il passato vissuto.
Per 28 anni il Muro era simbolo della divisione. Costruito il 13 agosto 1961, quasi da un giorno all’altro vennero separati famiglie ed amici, venne interrotto addirittura l’intero traffico tra la Berlino ovest e la Berlino est.
Il coraggio degli eroi del settembre ‘89 in Lipsia che cominciavano a scendere in piazza in poche persone, mi ha
colpito. Vedendo le immagini mi passavano automaticamente
brutti avvenimenti per la testa:
– i panzer dell’ Unione Sovietica nel giugno 1953 nella DDR
– le immagini dell’Ungheria nel 1956
– e Praga nell’ anno 1968
Ma per la fortuna di tutti quella volta i panzer sovietici sono rimasti nelle caserme.
Alle fine si contavano ca. 70.000 manifestanti pacifici che hanno creato la base per il cambio democratico e la riunificazione dei due stati.
Dall’altra parte ci sono quelle fotografie del 9 novembre 1989, che ci fanno ricordare le ore, quando migliaia di cittadini della DDR si riversarono sulle stazioni di confine. Momenti di gioia che non dimenticherò mai.
All’epoca mia moglie ed io eravamo stati mandati da pochi mesi all’Ambasciata di Parigi, non avevamo un televisore adatto, forse sapete, che in Francia esisteva il sistema Secam e non come in Italia e Germania il sistema PAL.
Quando sono tornato dall’ ufficio mia moglie mi chiese:
Ma, è vero quello che ho sentito alla radio ?
Siamo andati subito nel primo supermercato per comprare un televisore adatto non stavamo nella pelle.
Oggi il Muro, anzi la caduta del muro, è emblema della libertà e della democrazia. Ma i pezzi che sono rimasti sono anche mezzi dell’arte.
A Berlino diversi artisti hanno mostrato con la loro arte che non vogliono più un mondo diviso, che vogliono un mondo senza muri. Più tardi vedremo qui anche le fotografie come una testimonianza.
Ma, trovo molto importante mostrare ai giovani quali cose siano successe fino a 20 anni fa in Europa: La cortina di ferro divise non soltanto la Germania, anche l’Europa ed il mondo in due blocchi e tolse agli uomini la libertà ed il benessere. Tutto questo, il 9 novembre 1989, cambiò.
Ciò che per i giovani di oggi sembra normale – ad esempio: la globalizzazione, l’Unione Europea con 27 stati membri – tutto ciò si è sviluppato soltanto durante gli ultimi 20 anni, dopo l‘anno 1968.
Vorrei concludere con due citazioni di Willy Brand e Helmut Kohl che non sono mai stanco di ripetere:
1. Oggi cresce insieme quello che appartiene insieme.
2. La riunificazione della Germania e l’Europa unita sono
due lati della stessa medaglia.
É vero, il Muro di Berlino è caduto, ma tutti noi siamo chiamati a non costruire alcun nuovo muro mentale.
Né verso gli stranieri, né verso i propri concittadini, nemmeno quelli più sfortunati.
Vi ringrazio per l’attenzione.
NOTA: testo, non rivisto dall’Autore, del saluto tenuto a Brescia il 3.11.2009 su invito della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.