Avvenire, 4 novembre 2009
A Brescia una mostra alla Cattolica e un libro-testimonianza per ricordare il ruolo di sacerdoti e pastori che nell’ottobre 1989 guidarono a Lipsia l’inizio della rivolta
Celebrare per ricordare, ricordare per celebrare. Ha un titolo di grande richiamo, «Dalla rivoluzione pacifica all’unità tedesca», la mostra inaugurata ieri all’Università Cattolica di Brescia per i vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino. Venti pannelli in cui si ripercorre la rivoluzione, dapprima silenziosa poi travolgente, che nell’autunno 1989 portò al crollo della Ddr e alla successiva riunificazione tedesca.
A discutere di quei giorni, che cambiarono per sempre la storia dell’Occidente, sono stati ieri pomeriggio nella sede bresciana dell’ateneo il viceconsole della Repubblica federale di Germania, Guido Bruckelmann, Lucia Mor, professore associato di Letteratura tedesca, e Christian Fuhrer, pastore della Nikolaikirche di Lipsia.
Ma non è l’unico tributo che la città della Leonessa dedica in questi giorni all’evento. Questa mattina, infatti, all’auditorium San Barnaba di corso Magenta, verrà presentato il libro di Paola Rosà, «Lipsia 1989. Nonviolenti contro il Muro» (edizioni Il Margine).
In entrambi i casi, il protagonista sarà il pastore luterano, parroco di San Nicola dal 1980 al 2008, uno degli artefici di quel movimento di popolo che destabilizzò il regime comunista dell’epoca. Un popolo armato «solo di candele e preghiere », come ebbe modo di raccontare successivamente un alto ufficiale della Stasi, spiegando il rifiuto improvviso delle forze dell’ordine nel fronteggiare quell’esercito silenzioso dei 70mila che manifestava pacificamente. È proprio quel popolo, fatto di sacerdoti cattolici e pastori protestanti, di laici cristiani e non battezzati, di giovani, donne e anziani, che Brescia ha deciso di celebrare davanti a una platea di centinaia di studenti della città, che allora non c’erano, attraverso la voce diretta dei testimoni di allora (e di oggi) nei venti pannelli della mostra allestita nei corridoi della sede locale dell’Università Cattolica. Immagini che, in allestimento a Brescia fino al 20 novembre in anteprima per il Nord Italia, raccontano dapprima del malessere strisciante che, prima di quel 1989, caratterizzava tutti i regimi dell’Est Europa ormai in decadenza, quindi dei tentativi messi in atto dai vertici della Ddr di perpetrare il potere attraverso le minacce e la menzogna, infine della «svolta»: dal 9 ottobre di Lipsia, documentato per la prima volta e per pochissimi secondi dai media di tutto il mondo, al 9 novembre della caduta del Muro, data-simbolo del Ventesimo secolo. Da lì al 3 ottobre 1990, in cui la Germania torna a essere un Paese unito, il passo è breve.
Si tratta di un percorso ricco e articolato, documentato nella doppia iniziativa realizzata dalla Fondazione Aufarbeitung der Sed Diktatur di Berlino e promossa in Italia dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura di Brescia e dalla Fondazione della Comunità bresciana. Di più: per le nostre realtà locali, innanzitutto lombarde, è un segnale concreto che conservare la memoria di chi «fa la storia » è possibile e doveroso.