Venerdì 27 ottobre 1978 alle ore 17,30 nella libreria CCDC di corso Magenta a Brescia l’esule praghese Vaclav Belohradsky, gia docente di sociologia nell’Università di Praga, professore nell’Università di Genova, ha presentato “Charta 77”
Václav Bělohradský (Praga, 14 gennaio 1944) è un filosofo ceco. Dopo la laurea in filosofia all’Università Carlo di Praga, a partire dal 1970 si è trasferito in Italia, insegnando Sociologia politica prima all’Università di Genova e poi all’Università di Trieste. I suoi lavori maggiori hanno riguardato la tensione tra legalità e legittimità (a partire dalla sua stessa esperienza personale all’interno del dissenso) e lo sviluppo in ambito sociologico del tema husserliano del Lebenswelt. (www.wikipedia.org – 2014)
Charta 77: movimento di opposizione cecoslovacco che prende il nome dal Manifesto reso noto nel gennaio 1977 con il quale si chiedeva al governo l’applicazione degli accordi firmati nell’Atto finale di Helsinki sul rispetto dei diritti umani. Animato da un folto numero di intellettuali, il movimento si è riferito principalmente alla figura e all’opera del pensatore ceco Jan Patočka, morto nel marzo 1977 durante un interrogatorio di polizia. Caratteristica di Charta 77 è stata l’azione morale e culturale, prima che politica, che poneva al centro delle sue rivendicazioni il rispetto dei diritti umani, ma ha dovuto comunque subire una durissima repressione. Il 19 novembre 1989, insieme ad altri gruppi dissidenti, Charta 77 ha dato vita al Forum civico, l’organizzazione che ha guidato le successive manifestazioni dell’opposizione fino allo sgretolamento del potere comunista e alla vittoria nelle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea federale (1990). Charta 77 si è sciolto nel 1992 essendo ormai venuti meno i motivi che ne avevano portato alla costituzione, ma la scelta è stata anche conseguenza del processo di risoluzione della federazione cecoslovacca in due Stati diversi: Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca (1992). (sapere.it – 2023)