Mercoledì 3 novembre 2010 alle ore 18,15 nella Sala Bevilacqua, via Pace 10 a Brescia mons. Agostino Marchetto, già segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti, autore del libro intervista Chiesa e migranti. La mia battaglia per una sola famiglia umana (La Scuola 2010) e Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati e autrice del libro Tutti indietro (Rizzoli 2010) hanno parlato sul tema: RESPINGIMENTI: NAUFRAGIO DEI DIRITTI.
Mons. Agostino Marchetto (Vicenza, 1940), arcivescovo, ha alle spalle una trentina d’anni di attività diplomatica a servizio della Santa Sede. Dopo incarichi presso le nunziature di Zambia e Malawi, Cuba, Algeria, Marocco, Tunisia, Libia, Mozambico, è stato pro-nunzio in Madagascar e nelle Isole Mauritius, quindi nunzio in Tanzania e in Bielorussia, nonché osservatore permanente della Santa
Sede presso la FAO, l’IFAD, il PAM. Dal 2001 al 2010 è stato segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. È autore di oltre un centinaio di saggi sul tema delle migrazioni, scritti in diverse lingue, in larga parte pubblicati sulla rivista «People on the Move». È altresì autore di alcuni volumi sulla storia del Concilio Ecumenico Vaticano II, tema al quale ha dedicato molte delle sue energie di studioso.
In questi giorni l’Editrice La Scuola ha pubblicato per la collana interviste il volume Chiesa e migranti. La mia battaglia per una sola famiglia umana. Intervista di Marco Roncalli .
Per quasi dieci anni nel dicastero della Santa Sede per la pastorale dei migranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto presenta in queste pagine la sua visione del fenomeno migratorio nella fedeltà al vangelo e ai diritti dell’uomo. Sollecitato dalle domande dell’intervistatore affronta via via molti temi che toccano la nostra vita e quella di milioni di immigrati. Fra regolari, irregolari, rifugiati, richiedenti asilo, rom, vittime del traffico e del contrabbando di esseri umani, il colloquio con Marco Roncalli passa in rassegna questioni cruciali che dettano l’agenda politica per l’Europa e creano il consenso elettorale: le frontiere, la sicurezza, il lavoro, la casa, la salute, i ricongiungimenti familiari, la scuola, la cittadinanza, il dialogo interreligioso e le relazioni con l’islam, i respingimenti. A lettura finita quasi un grido d’allarme nella consapevolezza di tante forme di integrazione mancata e un dispiacere particolare per l’arcivescovo dei migranti che se da una parte invoca il “segreto pontificio”, dall’altra ammette il suo rammarico particolare per la “mancata pubblicazione, finora, di un documento, in gestazione da ben otto anni, sui migranti forzati, a cominciare dai rifugiati…”.
Laura Boldrini è la portavoce dell’ufficio italiano dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), organismo con oltre 50 milioni di rifugiati assistiti, 278 uffici in 111 Paesi, insignito di due Nobel per la Pace nel 1954 e nel 1981. La passione con cui Laura Boldrini svolge questo compito le ha fruttato sia violente critiche da parte di esponenti politici, come pure il riconoscimento di “Italiana dell’anno 2009” conferitole dalla rivista Famiglia Cristiana, con il plauso di associazioni come le Acli, la Tavola della Pace e la Caritas. “Non ci si può abituare al dolore dell’umanità” è una frase del suo libro Tutti indietro (Rizzoli 2010) che narra storie di uomini e donne in fuga e di un’Italia tra paura e solidarietà. É stato scritto come “azione concreta che sia di aiuto per quelle persone respinte in alto mare nei centri di detenzione in Libia e lì vi rimarranno per mesi o forse per anni, ma sia chiaro, non hanno commesso alcun crimine”.
Laura Boldrini ha colto che in Italia l’informazione dominante si basa su false equazioni: migrante = minaccia alla sicurezza; rifugiato = migrante e quindi altra minaccia per l’ordine pubblico. Il suo libro vuole aiutarci a comprendere, senza toni allarmistici, la realtà dei rifugiati. Dobbiamo imparare a conoscere il presupposto che li muove. I rifugiati non giungono in Europa per cercare lavoro, ma per salvare la propria vita, perché fuggono da situazioni di guerra o di persecuzione etnica o religiosa. A differenza dei migranti, generalmente spinti da pur rispettabili motivazioni di carattere economico, spesso indotte da condizioni di povertà, il rifugiato aspira all’integrazione nel nuovo Paese. Nell’EU ci sono un milione e mezzo di profughi, di cui 47.000 in Italia. L’impegno di Laura Boldrini è testimoniato anche dal fatto che gli interi proventi del libro“verranno interamente destinati a borse di studio per ragazzi afghani giunti in Italia senza genitori”, come è riportato nella quarta di copertina.