Mercoledì 23 ottobre 2013 alle ore 18,00 nell’Aula Magna dell’Università Cattolica in Brescia, via Trieste n.17, Gaël Giraud sj, docente di economia matematica all’Università di Paris Sorbonne, si è tenuta una conferenza sul tema: L’illusione finanziaria.
L’incontro è stato promosso dall’Accademia Cattolica di Brescia, Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Università Cattolica sede di Brescia.
Gaël Giraud, gesuita ed economista, affronterà la questione interrogandosi su un sapere, quello economico, che influenza la vita di tutti, specialmente in questi tempi di crisi. L’uso di un linguaggio tecnico e il riferimento a misteriosi leggi di mercato tende ad oscurare la possibilità di un vero dibattito su scelte economiche che hanno sempre una dimensione politica e sociale, e spesso anche una dimensione morale. Da qui l’interesse di ascoltare il punto di vista di un religioso, professore di economia matematica e con un passato di consulente finanziario, che conosce in profondità i meccanismi economici. L’illusione finanziaria di cui parla il suo ultimo libro (Editions de L’Atelier, 2013) è quella che ha portato a credere che la finanza potesse moltiplicare dal nulla le risorse, e che la creazione di strumenti di assicurazione sofisticati potesse eliminare i rischi e favorire una crescita stabile e senza intoppi. Ma più in profondità l’illusione è quella di credere che la finanza e l’economia possano autoregolarsi e che l’unica politica possibile sia quella di favorire sempre e comunque la flessibilità e il perseguimento del profitto. Per chi, come Giraud, conosce bene i meccanismi di funzionamento dei mercati, queste sono pericolose illusioni. Il teorema della mano invisibile può forse essere una buona guida se si parla dello scambio di frutta e verdura al mercato, ma di certo non quando si parla di scambi in cui giocano un ruolo importante il tempo, l’incertezza e l’informazione imperfetta. La regolazione e la politica economica diventano in questo caso strumenti essenziali, non solo per favorire risultati più giusti, ma in primo luogo e soprattutto per permettere al sistema di funzionare senza generare tensioni e instabilità. Quando si abbandona il mondo di facili certezze, del tipo “l’unica cosa da fare è lasciare libero il mercato”, si è inevitabilmente confrontati a scelte più complesse. Diventa allora essenziale coinvolgere la politica e l’opinione pubblica nella scelta di quale modello di società si vuole costruire. Il libro di Giraud offre un contributo a questo dibattito, integrando in un discorso unitario il tema della transizione ecologica delle nostre economie, della creazione monetaria e della ridefinizione dei confini tra pubblico e privato. L’ultimo capitolo chiarisce l’ispirazione della proposta, sottolineando l’importanza della parola e di uno spazio pubblico di discussione. Come tra Giacobbe ed Esau non bastano le regole per spartirsi mandrie e terreni. Solo l’incontro e l’abbraccio consente ai due fratelli di ritrovarsi in verità e ridefinire un progetto comune. Solo un reale dibattito democratico permetterà ai cittadini europei di ridefinire il rapporto tra economia e politica in modo efficace e condiviso.