La Ccdc, in collaborazione con il Comune di Brescia, ha invitato il sindaco di Betlemme Signora Vera Baboun mercoledì 3 settembre 2014 alle ore 18 nel salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia a Brescia per un incontro sul tema Vita e speranza a Betlemme.
Vera Baboun, di fede cristiana cattolica, è stata eletta Sindaco nel novembre 2012 come indipendente nelle liste di Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen. È entrata in politica, sollecitata da numerosi suoi concittadini, dopo essersi dedicata all’insegnamento e alla famiglia; è infatti madre di cinque figli, professoressa d’inglese e ultimamente ha diretto una scuola.
In un’intervista rilasciata all’autorevole quotidiano israeliano Haaretz ha dichiarato che le donne sono “ben adatte a ricoprire ruoli di leadership in politica, sia come primo ministro che come sindaco, perché più degli uomini sanno impegnarsi e sacrificarsi per il bene comune, è una naturale conseguenza della loro predisposizione alla maternità.” Come candidata di fede cristiana è naturalmente orgogliosa di aver raccolto anche numerosi voti tra l’elettorato mussulmano e non solo femminile, in una difficile campagna elettorale in cui Hamas chiedeva pubblicamente di boicottare le elezioni e altri cinque candidati maschi aspiravano alla carica di sindaco.
Nella sua vita famigliare la signora Baboun è stata tragicamente segnata dall’aspirazione dei palestinesi a creare un loro Stato autonomo, perché il marito, Johnny Baboun, in occasione della prima Intifada, nel 1990, fu arrestato e condannato a tre anni e mezzo di detenzione da un tribunale israeliano come membro di Fatah. Vera Baboun non si perse d’animo e proprio tre mesi dopo l’arresto del marito decise di continuare gli studi all’Università Ebraica di Gerusalemme, per conseguire un master in letteratura Afro -Americana. Lo studio le consentì di avvicinare un’altra minoranza impegnata per ottenere il pieno riconoscimento dei suoi diritti negli USA. Mentre il marito era in carcere e sua madre accudiva i tre figli,Vera Baboun la mattina insegnava a Betlemme, il pomeriggio frequentava le lezioni a Gerusalemme e la sera studiava l’ebraico per superare l’esame di ammissione.
Dopo la carcerazione il marito non si riprese mai completamente. Durante la seconda Intifada la sua officina di autoriparazioni fu bombardata, ricostruita accendendo un mutuo, e non appena terminata fu distrutta dalle bombe per la seconda volta. Tre anni dopo, nel 1997, Johnny Baboun morì per problemi cardiaci.
Vera Baboun è oggi sindaco in una città in cui i cristiani sono meno del 40 % della popolazione, tuttavia non vuole considerarli una minoranza, perché: “il termine minoranza possiede sempre una valenza di tipo etnico, mentre invece noi siamo tutti parte del popolo palestinese”.
Il sindaco di Betlemme, nella piena consapevolezza del valore simbolico che la sua città porta nel mondo, opera “per creare spazi in cui il buon seme della pace possa crescere”. Con questa forte speranza di pace anche noi desideriamo incontrarla e per quanto ci è possibile sostenerla nella sua opera, perché come ha affermato Papa Francesco proprio a Betlemme lo scorso 25 maggio “Costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento”, e come ha scritto Mahmoud Darwish: “Noi siamo affetti da un male incurabile: la speranza!”.