Giovedì 15 marzo 2018 alle 18 nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 (Brescia) si è tenuto il secondo incontro delle Lezioni di filosofia 2018 (XIV edizione). Si è parlato del problema del male in Baruch Spinoza (Amsterdam, 1632 – L’Aia, 1677), autore della celebre Ethica more geometrico demonstrata.
Ha tenuto la lezione il prof. Giuseppe D’Anna, professore associato di storia della filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Giuseppe D’Anna è professore associato di storia della filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Esperto, tra l’altro, di Spinoza e di Hartmann, si occupa anche di tematiche connesse all’interculturalità e alla rappresentazione dell’Altro. Tra le sue pubblicazioni: Uno intuitu videre. Sull’ultimo genere di conoscenza in Spinoza, Mimesis, Milano 2002; Nicolai Hartmann. Dal conoscere all’essere, Morcelliana, Brescia 2009; Realismi. Nicolai Hartmann “al di là” di idealismo e realismo, Morcelliana, Brescia 2013; H. Pichler, Leibniz. Un dialogo armonioso (introduzione, traduzione e note), Mimesis, Milano-Udine 2014; Spinoza, La Scuola, Brescia (in corso di pubblicazione).
Per Spinoza il male è apparenza e illusione. A suo avviso, nel mondo tutto è necessario: “Le cose non hanno potuto essere prodotte da Dio in nessun’altra maniera né in nessun altro ordine se non nella maniera e nell’ordine in cui sono state prodotte” (Ethica, I, prop. XXXIII) e di conseguenza le “cose sono state prodotte da Dio con somma perfezione, perché sono seguite da una natura data che è perfettissima” (ivi, scolio II). Mentre nelle visioni creazionistiche, che affermano la separazione fra Dio e mondo, si può riconoscere in quest’ultimo almeno un difetto di essere, invece in un mondo che è necessaria espressione di Dio – e come tale è perfetto e immutabile – non c’è posto per il male e ogni cosa è perfetta e divina. Quello che chiamiamo male è allora soltanto ciò che appare svantaggioso da un punto di vista meramente soggettivo: “Per quel che riguarda il bene e il male, nemmeno essi indicano qualcosa di positivo nelle cose, in sé cioè considerate, e non sono altro se non modi di pensare, o nozioni che formiamo perché confrontiamo le cose tra di loro”. Noi chiamiamo cattivo, secondo Spinoza, ciò che diminuisce la nostra potenza d’essere, ma, quando si conoscono le cose dal punto di vista di Dio, vale a dire con una conoscenza adeguata, non vi è più nulla di cattivo.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura in collaborazione con i Padri della Pace