Vent’anni dopo la Primavera di Praga

Venerdì 6 maggio 1988 alle ore 20,45 nella sala Bevilacqua, via Pace 10 a Brescia, si è tenuto un incontro dal titolo: “1968 – 1988 Vent’anni dopo la Primavera di Praga (la cultura di fronte al potere)” con due illustri rappresentanti della cultura cecoslovacca in esilio: lo scrittore Jiří Gruša e Vaclav Belohradsky, docente di sociologia all’Università di Genova, su iniziativa della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.

Jiří Gruša (Pardubice, 10 novembre 1938 – Hannover, 28 ottobre 2011) è stato uno scrittore, diplomatico e politico ceco. Gruša si è laureato in filosofia all’università di Praga. Ha lavorato per le riviste Tvář, Sešity e Nové knihy. Nel 1968 perse il suo lavoro in conseguenza dell’invasione sovietica e dell’instaurazione di un nuovo governo filo-russo, dopo la fine della primavera di Praga. Lo scrittore si dovette adattare a lavorare in una cooperativa di costruzioni. Successivamente prese parte alla distribuzione di samizdat. Tra il 1982 e il 1990 si trasferì nella Repubblica Federale Tedesca. Nel 1990 tornò in Cecoslovacchia e lavorò per il ministero degli esteri. Fra il 1991 e il 1997 fu nominato ambasciatore in Germania. Più tardi fece parte del governo di minoranza presieduto da Václav Klaus in qualità di ministro dell’educazione. Quando il governo Klaus cadde, il presidente Václav Havel si accordò con l’opposizione per nominare un governo transitorio. Anche se Gruša non era membro attivo di un partito politico, fu comunque sostituito da Jan Sokol. Successivamente fu nominato ambasciatore in Austria.  (www.wikipedia.org – 2014)

Václav Bělohradský (Praga, 14 gennaio 1944) è un filosofo ceco. Dopo la laurea in filosofia all’Università Carlo di Praga, a partire dal 1970 si è trasferito in Italia, insegnando Sociologia politica prima all’Università di Genova e poi all’Università di Trieste. I suoi lavori maggiori hanno riguardato la tensione tra legalità e legittimità (a partire dalla sua stessa esperienza personale all’interno del dissenso) e lo sviluppo in ambito sociologico del tema husserliano del Lebenswelt. Dopo aver espresso nei suoi scritti una forma assai originale di liberalismo di mercato, a partire dall’inizio degli anni novanta ha sviluppato una rielaborazione delle sue tesi che lo ha portato a formulare critiche anche molto aspre nei riguardi dei processi di globalizzazione. Tra le sue opere: Interpretazioni italiane di Wittgenstein, Milano, 1972, Ragionamento, azione, società. Sociologia della conoscenza in Vilfredo Pareto, Milano, 1974, Il mondo della vita: un problema politico, Milano, 1981. (www.wikipedia.org – 2019)

Primavera di Praga. Moto popolare che appoggiò il processo di democratizzazione e di riforme promosso da A. Dubček. Il processo di destalinizzazione che si era sviluppato in Cecoslovacchia dall’inizio degli anni Sessanta fu accompagnato da crescenti pressioni in senso riformista (soprattutto fra intellettuali e studenti) e da una forte ripresa dell’autonomismo slovacco, che sfociarono, nei primi mesi del 1968, nell’avvio della primavera di Praga. Dubček assunse la direzione del partito, L. Svoboda divenne presidente della Repubblica e O. Černik capo del governo. Il rinnovamento di gran parte del gruppo dirigente cecoslovacco aprì la strada a un processo di democratizzazione e di riforme che ottenne presto un largo sostegno popolare, investendo importanti aspetti della vita politica ed economica del Paese (libertà di stampa, federalizzazione del Paese, riattivazione dei partiti non comunisti e delle organizzazioni di massa, riorganizzazione del sistema produttivo, maggiore autonomia dall’URSS ecc.). Il timore, da parte sovietica, che questi sviluppi potessero pregiudicare la collocazione internazionale della Cecoslovacchia e rappresentare una minaccia per la stabilità dell’intero blocco orientale portò, dopo una serie di pressioni e di avvertimenti, all’invasione del Paese (21 ag. 1968) da parte delle truppe del Patto di Varsavia. I dirigenti cecoslovacchi furono costretti a bloccare il processo riformatore, progressivamente indeboliti e infine sostituiti da una nuova leadership più gradita a Mosca. (treccani.it – 2023)