Martedì 31 ottobre 1978 alle ore 18 presso l’Oratorio dei Padri della Pace, Aula Card. Baronio, via Pace n.10 in Brescia si è svolto un incontro sul tema “Dieci anni dalla Primavera di Praga”, promosso dalla Cooperativa Cattolica di Cultura , al quale sono intervenuti come relatori Maurizio Faroni e Filippo Perrini della CCDC, che hanno proiettato e commentato rarissime diapositive sull’invasione sovietica della Cecoslovacchia avvenuta 10 anni prima, che ha messo fine alla “Primavera di Praga”.
Primavera di Praga. Moto popolare che appoggiò il processo di democratizzazione e di riforme promosso da A. Dubček. Il processo di destalinizzazione che si era sviluppato in Cecoslovacchia dall’inizio degli anni Sessanta fu accompagnato da crescenti pressioni in senso riformista (soprattutto fra intellettuali e studenti) e da una forte ripresa dell’autonomismo slovacco, che sfociarono, nei primi mesi del 1968, nell’avvio della primavera di Praga. Dubček assunse la direzione del partito, L. Svoboda divenne presidente della Repubblica e O. Černik capo del governo. Il rinnovamento di gran parte del gruppo dirigente cecoslovacco aprì la strada a un processo di democratizzazione e di riforme che ottenne presto un largo sostegno popolare, investendo importanti aspetti della vita politica ed economica del Paese (libertà di stampa, federalizzazione del Paese, riattivazione dei partiti non comunisti e delle organizzazioni di massa, riorganizzazione del sistema produttivo, maggiore autonomia dall’URSS ecc.). Il timore, da parte sovietica, che questi sviluppi potessero pregiudicare la collocazione internazionale della Cecoslovacchia e rappresentare una minaccia per la stabilità dell’intero blocco orientale portò, dopo una serie di pressioni e di avvertimenti, all’invasione del Paese (21 ag. 1968) da parte delle truppe del Patto di Varsavia. I dirigenti cecoslovacchi furono costretti a bloccare il processo riformatore, progressivamente indeboliti e infine sostituiti da una nuova leadership più gradita a Mosca. (treccani.it – 2023)