Mostra “Bielorussia: 30 anni di regime in 30 manifesti”

Sabato 22 febbraio 2025 alle ore 17,30 al MO.CA (Sale Neoclassiche – Palazzo Martinengo Colleoni, via Moretto 78, Brescia) si è tenuta l’inaugurazione della mostra del grafico bielorusso Arthur Vakarov: “Bielorussia: 30 anni di regime in 30 manifesti”.

Saluti iniziali: Federico Manzoni, ViceSindaco Comune di Brescia; Giovanni Rocchi, presidente Ordine degli Avvocati di Brescia; Filippo Perrini, presidente CCDC; Bruno Barzellotti, consigliere Fondazione Brescia Musei; Giulia De Florio, presidente Memorial Italia; Yulica Yukhno dell’Ambasciata libera delle Belarus. È intervenuto per ultimo Arthur Vakarov, grafico, autore dei manifesti esposti.

La mostra è rimasta aperta tutti i giorni fino a domenica 9 marzo (orario 16-19). Ingresso gratuito. Si sono svolte alcune viste guidate per gli studenti.

Dati tecnici

La mostra è composta da 30 manifesti più uno introduttivo. Dimensione pannelli: cm 90 x cm 140. Il testo in inglese è stato tradotto in italiano. L’allestimento della mostra è stato curato dai soci della Cooperativa architetti Francesca Fasser e Massimo Pagliari.

Catalogo

Uno degli esiti più significativi del progetto è stata la pubblicazione del libro Bielorussia viva tra dittatura e resistenza (1994-2024) edito da Scholè-Morcelliana nella prestigiosa collana Orso Blu, che svolge anche la funzione di catalogo, contenendo i 30 manifesti a colori di Vakarov.

Promotori

L’iniziativa è stata promossa da Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Ordine degli Avvocati di Brescia e Memorial Italia in collaborazione Fondazione Brescia Musei, Comune di Brescia e Fondazione Asm.

Presentazione della mostra da parte di Arthur Vakarov

«Il 2024 è stato un anno di importanti appuntamenti elettorali in tutto il mondo e di drammatici conflitti. Con così tante elezioni e la guerra in Ucraina, questo è un tempo di grandi prove per il movimento democratico e progressista globale. In questo contesto una data tragica per la Belarus potrebbe passare inosservata: il 20 luglio 2024 il potere autoritario di Lukašenka in Belarus ha compiuto 30 anni, un “anniversario buio” per il nostro Paese. Siamo testimoni ormai in tutto il mondo del risveglio di idee populiste e autoritarie. In questo contesto la situazione bielorussa non fa che confermare questa tendenza allarmante. L’indifferenza e l’affidamento alla propaganda conducono a conseguenze catastrofiche. Cari Europei! Guardate a noi bielorussi: siamo la testimonianza vivente di quanto sia facile eleggere un dittatore come pure di quanto sia difficile e di quali sacrifici costi sbarazzarsene. Sono un designer. Il mio mestiere consiste nell’evidenziare i processi sociali e pubblici, sfidandoli in modo creativo. Sei mesi fa quando stavo riflettendo su questo triste anniversario e le sue conseguenze mi venne l’idea di un progetto. Per sei mesi la mia mente era dominata da pensieri su come rendere visualmente questo numero 30. Così ho deciso di creare 30 manifesti, ognuno di loro rappresenta gli esiti terribili del governo di Lukašenka per su società, politica, economia e cultura. Ho concettualizzato tali conseguenze in due ambiti: generale, statisticamente rilevante per tutti, e personale. L’aspetto generale riguarda cioè l’intero Paese e ciascuno dei suoi abitanti, senza distinzione per fede politica e stato sociale. Tutti sentono il peso della dittatura: sono impauriti, impoveriti, sono in lutto e soffrono. L’ambito personale si sviluppa intorno a sentimenti e pensieri, i miei e quelli dei miei amici che per tutta la loro vita hanno combattuto contro la tendenza ad adattarsi al ruolo di “tranquilli” prigionieri rinchiusi in una sorta di campo di concentramento chiamato “Belarus”. Molti bielorussi eccezionali hanno pagato con la libertà la difesa della propria dignità. Alcuni sono stati uccisi dal regime. Molte altre persone sono dovute fuggire dal Paese per evitare il carcere e per un lungo tempo (o per sempre?!) hanno perso familiari, amici, lavoro e casa. Ma nonostante le prove che l’esilio comporta non dobbiamo rinunciare ai tentativi di liberare la Belarus dalle grinfie della dittatura e dell’impero. Non dobbiamo abbandonare la cultura bielorussa, ma anzi diffonderla, perché è la cultura che in futuro renderà la Belarus un Paese europeo, in cui le persone saranno felici di vivere.»

Profilo biografico di Arthur Vakarov

Nato a Minsk, capitale della Belarus, dove ha vissuto per 47 anni, finché fu costretto a fuggire per evitare la repressione politica. Ha trascorso tutta la vita come grafico ed è stato riconosciuto come uno dei designer più influenti della Belarus. Negli ultimi vent’anni ha principalmente sviluppato progetti in ambito nazionale e culturale, ha lavorato anche per media indipendenti, per gruppi musicali, per scrittori e per organizzazioni pubbliche. Per la Belarus ha conquistato diversi premi internazionali nel campo del design, tra cui il Gran Premio alla Biennale del Design di Kiev nel 2001 e il primo posto al festival “Red Apple” di Mosca nel 2001, poi al festival del design di Tbilisi nel 2001 e il premio al festival del design “Adnak” di Minsk. Nonostante questi riconoscimenti il regime di Lukashenko, per il suo lavoro di grafico, lo ha ritenuto un estremista e lo ha condannato a sette anni di prigione. Ha così dovuto ricominciare da zero in Polonia. Il progetto “30 anni di dittatura in 30 manifesti” è stato esposto a Vilnius, Varsavia, Danzica, Stoccolma e Tallinn.

 

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