La Voce del Popolo, 26 febbraio 2010
Nei giorni scorsi presso la Sala Bevilacqua dei Padri della Pace si è tenuto un interessante incontro sul tema “Unità e missione della chiesa a 100 anni dalla Conferenza di Edimburgo” relatore Daniele Garrone, professore di Antico Testamento presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma. L’iniziativa promossa dalla Compagnia Cattolico-democratica di Cultura, in collaborazione con i Padri della Pace e con l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e l’ebraismo, è stata un’occasione di approfondimento e riflessione sulla Conferenza di Edimburgo considerata come il punto di avvio del moderno movimento ecumenico. Il termine ecumenismo indica il movimento che tende a riavvicinare e a riunire tutti i fedeli cristiani delle diverse Chiese. Il punto di partenza è la comune fede nella Trinità: in Dio Padre, in Gesù Cristo Figlio e in Dio Spirito Santo. La parola deriva dal termine greco oikouméne, che indica in origine la parte abitata della Terra; la scelta indica come una sorta di indirizzo nella ricerca di una sempre più stretta collaborazione e comunione tra le varie chiese cristiane che abitano il mondo.
Nel giugno del 1910 si riunirono ad Edimburgo 1215 delegati di chiese e società missionarie appartenenti al mondo protestante ed anglicano per riflettere insieme sulle sfide, che in quel periodo, la situazione mondiale poneva alla missione cristiana e per cercare di trovare un più efficace coordinamento delle azioni missionarie sulla spinta dei numerosi movimenti di risveglio della chiesa valdese del Nord America che promuovevano l’impegno e il coinvolgimento di ogni singolo cristiano.
«La conferenza di Edimburgo- ha spiegato il Prof. Garrone- ebbe sicuramente una connotazione prevalentemente protestante, i cattolici e gli ortodossi non furono invitati a parteciparvi, ma un contributo importante venne da un bresciano Monsignor Geremia Bonomelli, Vescovo di Cremona, nativo di Nigoline di Cortefranca. Monsignor Bonomelli, su invito dell’americano Silas Mcbee, mandò un messaggio ai delegati riuniti ad Edimburgo in cui ribadiva l’importanza della conferenza come base per il dialogo tra i cristiani».
La conferenza di Edimburgo fu molto più rappresentativa delle assemblee precedenti in quanto ne nacquero degli impulsi che portarono le chiese cristiane ad assumere iniziative comuni e a costituire nel 1948 ad Amsterdam il Consiglio Ecumenico delle Chiese “un’associazione fraterna di chiese che accettano Nostro Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore”con lo scopo di favorire il più possibile la crescita della spiritualità ecumenica in ciascuna chiesa aderente. «Edimburgo ha insegnato che essere cristiani vuol dire essere testimoni e per essere testimoni bisogna superare le divisioni-ha ribadito il Prof. Garrone ma il apertura significativa della Chiesa Cattolica nel segno dell’ecumenismo venne dal Concilio Vaticano II». Prima del Concilio la Dottrina della Chiesa affermava che “La chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica” in tal modo non vi era alcuna possibilità di dialogo con i non cattolici, ai quali infatti erano rivolti soltanto inviti a ritornare nella chiesa cattolica. Nella costituzione dogmatica sulla Chiesa, “Lumen Gentium”, il Concilio ha ridefinito in modo radicalmente nuovo la Chiesa di Cristo, affermando che questa sussiste nella chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui, ancorchè al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità. La Chiesa di Cristo, quindi, è sì presente nella Chiesa cattolica, ma anche nelle altre Chiese cristiane, questo riconoscimento della dignità cristiana dei non cattolici è il presupposto fondamentale per lo sviluppo di ogni dialogo ecumenico. Ma l’atto ufficiale con il quale inizia l’impegno ecumenico della Chiesa cattolica è il decreto sull’ecumenismo “Unitatis Redintegratio” (“Restaurazione dell’Unità”) che dichiara come uno dei principali compiti del concilio “promuovere il ristabilimento dell’unità tra tutti i cristiani”.
Nel documento si riconosce la validità del movimento ecumenico già esistente al di fuori della chiesa cattolica e si comprende l’ecumenismo come un bisogno vitale in seno alla chiesa. Dopo il Concilio l’impegno della Chiesa cattolica nell’ambito dell’ecumenismo è proseguito e si è rafforzato nel segno del dialogo. Il prossimo giugno si terrà a Edimburgo una nuova conferenza mondiale degli istituti missionari promossa dalla Church of Scotland in collaborazione con il Consiglio mondiale delle Chiese (a cent’anni di distanza dalla prima conferenza). Un migliaio di delegati da tutto il mondo si ritroveranno, quindi, dal 2 al 6 giugno nella stessa città scozzese per riflettere unitamente su come annunciare insieme il Vangelo di Gesù dentro il mondo di oggi.