PALAZZOLO SULL’OGLIO, VIA RASPINA 45
QUI ABITAVA
BATTISTA FUMAGALLI
NATO NEL1923
INTERNATO MILITARE
ARRESTATO L’ 8.9.1943
ASSASSINATO IL 16.9.1944
A HOFFMANNSTHAL
Battista Fumagalli nasce l’1 marzo 1923 in una cascina sperduta nella campagna palazzolese, ai confini delle terre coltivate di Cologne e di Chiari. È il secondo figlio della famiglia del contadino Giuseppe che coltiva circa 30 piò (unità di misura agricola usata in provincia di Brescia, corrisponde a 3256 mq) di terra. Frequenta le scuole elementari nell’edificio scolastico della Valena, al Mirasole, che accoglie gli alunni delle varie cascine dei dintorni. Dopo la scuola, come quasi tutte le persone nel primo dopoguerra, aiuta la famiglia nel lavoro dei campi. Fa il contadino, ma si prende cura anche dei fratelli minori, in particolare delle due sorelle più piccole. Nel frattempo, infatti, la famiglia aumenta di numero. A Giovanni e Battista si aggiungono Gino, Maria e Rosa. La famiglia vive nella grande cascina Fienilnuovo di via Raspina, insieme ad altre famiglie. La sorella più piccola, la sig.ra Rosa, ricorda il pane cotto sul fuoco, la stufa a legna, la stalla in cui ci si ripara dal freddo, le bombe alleate sul ponte ferroviario, ma non rammenta invece quando a Battista è ordinato di partire militare. L’Italia è in guerra dal 1940, alleata del Terzo Reich. Mentre il primo fratello, Giovanni, partecipa alla campagna di Francia e poi a quella di Russia da cui è reduce, Battista, soldato di leva del 1923, dopo essere stato lasciato in congedo provvisorio il 15 aprile 1942, viene richiamato alle armi. Non ancora ventenne, giunge nel 6° Reggimento Alpini quale predesignato per il Battaglione Vestone il 4 settembre 1942; viene poi assegnato nella Compagnia reclute del Battaglione Val Chiese il 7 dello stesso mese e nel 6° Battaglione Compagnia Alpini Bis il 9 novembre. Il 1° febbraio 1943 viene infine mobilitato. È catturato dai tedeschi a Colle Isarco l’8 settembre 1943, giorno della proclamazione dell’armistizio. Battista, nonostante la giovane età, rifiuta di combattere a fianco delle truppe nazifasciste e di aderire alla Repubblica di Salò. Internato lo stesso giorno finisce in Germania nel campo 1609 Stalag V, muore a Hoffmannsthal in campo di prigionia il 16 settembre 1944. Le circostanze della cattura e il comportamento tenuto durante la prigionia di guerra restano ignote. Per essere stato prigioniero dei tedeschi dall’8 settembre 1943 al 16 settembre 1944 gli viene conferita la Croce al merito di guerra. Dal momento della cattura la famiglia non ha più notizie di Battista. Dopo la morte di mamma Rita, a soli 48 anni, avvenuta in una tragica circostanza il 17 dicembre 1944, la famiglia sollecita notizie del figlio prigioniero. Solo allora un telegramma militare informa che Battista Fumagalli era morto tre mesi prima. Le spoglie del caduto tornano a Palazzolo il 5 agosto 1959, a cura del Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra, accolte dalle autorità cittadine. Ne dà notizia inoltre l’Eco di Bergamo. Lo stesso giorno la bara viene posta nella chiesa di S. Rocco e poi trasportata a spalle dagli alpini palazzolesi lungo le vie del paese fino alla parrocchiale di S. Maria Assunta, dove si celebra la S. Messa per le onoranze funebri. Scortata da un numeroso corteo, la salma è tumulata nella chiesetta del cimitero di Palazzolo, dove giacciono i caduti di guerra. La pietra d’inciampo viene collocata dinanzi alla Cascina di via Raspina, oggi occupata dai giovani della Comunità Shalom. Ricorda il sacrificio del giovane Battista immolatosi per la libertà, ma vuole essere monito anche per coloro che stanno vivendo il proprio cammino di risalita per la vita. Per resistere, per inseguire grandi ideali ci vuole coraggio!
A cura del “Gruppo di lavoro Pietre d’inciampo” della Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio.