Ecumenismo, decisione irrevocabile

Martedì 14 gennaio 1986 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia alle ore 20,45 su iniziativa della CCDC, in collaborazione con la Commissione diocesana per l’ecumenismo e il Circolo Valdese di cultura, si è tenuto un incontro sul tema: “Ecumenismo, decisione irrevocabile”. Sono intervenuti il Vescovo di Livormo mons. Alberto Ablondi e il pastore valdese Daniele Garrone, introdotti da padre Giulio Cittadini, preposito dei Padri della Pace.

Daniele Garrone è un biblista e pastore protestante italiano valdese. È uno dei maggiori esperti dell’Antico Testamento in Italia. Da ottobre 2021 è Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Dal 1974 al 1980 ha studiato teologia alla facoltà valdese di teologia con un anno di intervallo (1978-1979) presso l’Università di Heidelberg. Dopo la consacrazione al ministero pastorale, è stato pastore nella Chiesa valdese di Milano e Cinisello Balsamo fino al 1987. Dal 1988 è professore ordinario di Antico Testamento alla facoltà valdese di teologia di cui è stato anche decano dal 2003 al 2010. Ha fatto parte del gruppo dei traduttori dell’Antico Testamento in lingua corrente interconfessionale TILC (1976-1984), curando la traduzione di 1 Re e 2 Re, del Cantico dei Cantici e la revisione di: Salmi, Giosuè, Giudici, 1 e 2 Samuele, 1 e 2 Cronache. È Membro della commissione consultiva per le relazioni ecumeniche della Tavola Valdese e vicepresidente della amicizia ebraico-cristiana di Roma. È stato fino al 2012 presidente della Società biblica in Italia e membro del comitato scientifico di Biblia oltre ad essere consulente di traduzione per i progetti di traduzione letteraria della Bibbia della Società Biblica Britannica e Forestiera. Tra i suoi principali ambiti di ricerca la nuova critica del Pentateuco (in particolare sull’autorizzazione imperiale persiana nella redazione del Pentateuco) e il dialogo ebraico cristiano. Tra le principali pubblicazioni, oltre alle traduzioni già citate, “Il poema biblico dell’amore tra uomo e donna. Il cantico dei cantici, introduzione, nuova versione dall’ebraico e note di Daniele Garrone, commento di Helmut Gollwitzer”, 2. ed., Torino, Claudiana 2004 e “Il Miserere. Salmo 51”, Genova, Marietti 1992. È stato anche consulente della Lux Vide e della RAI per il colossale progetto Le storie della Bibbia. (wikipedia – 2021)

Alberto Ablondi (1924 – 2010) è stato l’uomo del dialogo, a Livorno, in Italia, per tutta la Chiesa. Dialogo con le altre religioni, prima di tutto, ma anche con una città con il cuore sempre a sinistra. Simbolica, peraltro, la lotta a fianco con il capo dei portuali livornesi (Italo Piccini, scomparso pochi mesi fa) nella protesta del 1989 contro i decreti Prandini. Nato nel dicembre del 1924 a Milano, ordinato sacerdote nel 1947, è stato parroco a Santa Maria degli Angeli a Sanremo dal 1952 al 1966, poi vescovo di Livorno dal 1970. Per trent’anni (fino al 2000 quando si dimise per raggiunti limiti di età) ha accompagnato la diocesi nel solco del messaggio del Concilio Vaticano II. Precursore del dialogo con le altre religioni, ha manifestato (fin dai primi anni di magistero episcopale) la sua vocazione ecumenica con uno speciale rapporto con la comunità ebraica per rimuovere diffidenze e silenzi. Simbolo di questo riavvicinamento l’amicizia con Elio Toaff con il quale era unito, tra l’altro, da una città in cui hanno convissuto per secoli confessioni cristiane diverse, una numerosa comunità ebraica e presenze dell’universo musulmano. Nel corso della sua lunga attività pastorale, gli è stato riconosciuto spessore morale e un’intelligenza che andava oltre lo studio e la teologia. Laureato in lettere, con specializzazioni in giurisprudenza, archeologia e filosofia, autore di numerosi libri, è stato vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, membro del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, presidente mondiale della Federazione Universale Cattolica per l’Apostolato Biblico, vicepresidente mondiale per l’Europa delle Società Bibliche. A Livorno ha fondato nel 2000 il Cedomai, il Centro di documentazione del movimento ecumenico italiano che è intitolato allo stesso Ablondi. E’ stato tra i cosiddetti ‘vescovi-coraggio’ (insieme a Luigi Bettazzi e Clemente Riva) che, durante il rapimento Moro nel 1978, si offrirono – senza successo – alle Br per essere presi in ostaggio al posto dello statista. (zam.it – 2023)