Mercoledì 19 novembre 2008, ore 20,45, nella Sala Bevilacqua, via Pace 10, a Brescia, Étienne Fouilloux, professore di storia contemporanea all’Université Lumière-Lyon II, già direttore del Centro di storia religiosa André Latreille e presidente dell’Associazione francese di storia religiosa contemporanea, ha parlato sul tema “Il cattolicesimo nel nostro tempo: testimonianza di un convertito, riflessioni di uno storico”.
Profilo di Fouilloux
Étienne Fouilloux è, tra gli storici francesi contemporaneisti della sua generazione, il più ferrato sui temi della storia intellettuale e spirituale dei cristianesimi (cattolico, protestante e ortodosso). A Lyon ha diretto il Centre d’histoire religieuse André-Latreille (1991-1998), che è l’unico polo interuniversitario di storia religiosa esistente in Francia. Nato a Neuilly-sur-Seine, nel 1941, Fouilloux si forma presso l’École normale supérieure de Saint-Cloud (1961-1966) ed è primo all’agrégation d’histoire (1965). Assistant e poi maître-assistant d’histoire contemporaine all’Université Paris X – Nanterre (1969-1981), nel 1980 è Docteur ès lettres, con una tesi su Catholicisme et oecuménisme en Europe francophone au XX` siècle, pubblicata successivamente in volume: Les Catholiques et l’unité chrétienne: du XIXe au XXe siècle, itinéraires européens d’expression française, Paris, le Centurion, 1982, 1007 p. Dal 1981 al 1990 è docente di storia contemporanea all’Université di Caen; successivamente approda all’Université Lumière – Lyon 2 (1990- 2001). Nel novembre del 2000 gli è conferito il titolo di Docteur honoris causa da parte dell’Università di Louvain-la-Neuve, in Belgio.
Non è facile sintetizzare l’apporto dato da Fouilloux agli studi storico-religiosi. A parte la sua monumentale thèse, ormai opera di riferimento per gli studi sull’ecumenismo, può forse essere ricordato l’apporto che sul piano del metodo ha fornito alla laicissima storiografia francese, rivendicando e dimostrando con la sua attività di storico quanto la dimensione religiosa, intesa pure nelle sue dimensioni propriamente spirituali e teologiche, non solo quelle istituzionali o politiche, ha peso di causa in una concezione della storia che non voglia essere dimidiata o ideologica. Da questo punto di vista è particolarmente significativo il volume Au coeur du XXe siècle religieux, del 1993, nel quale tale aspetto è trattato apertamente.
Lo storico, per Fouilloux, non si arresta alla periferia visibile dei fenomeni religiosi, ma tenta «di coglierne, con rispetto e delicatezza, il cuore […]». Una storia senza aggressività verso le rispettive Tradizioni religiose, ma al tempo stesso una storia che nemmeno “concede” loro nulla. Nei loro confronti non postula né continuità né discontinuità predeterminati a priori, ma non eviterà di mettere in evidenza le soluzioni di continuità, se le trova. Scrive Fouilloux: «Così come altri fanno storia delle idee e delle mentalità, per parte mia rivendico la possibilità di abbozzare una storia dei messaggi religiosi senza alcun preliminare vassallaggio (allégeance) a qualsiasi ortodossia: una storia non dogmatica dei dogmi, una storia non teologica delle teologie […] deliberatamente intesi (conçues) […] come elementi costitutivi di una storia generale del pensiero contemporaneo». Dove la difficoltà è pertanto duplice: «fare ammettere questo tipo di storia agli ambienti ecclesiali detentori delle fonti; farlo ammettere, poi, come ambito legittimo, all’ambiente degli storici. Si devono tenere ben fermi entrambi i capi della corda e non allentare la presa nè sulla specificità religiosa, né sulla sua integrazione a pieno diritto nella “grande” storia».