Bresciaoggi, 27 febbraio 2023
«Un anno di guerra è troppo: lo hanno urlato le mille persone in marcia ieri in centro città che insieme, a gran voce, sono scese in campo per chiedere il cessate il fuoco e la fine della guerra in Ucraina. La mobilitazione, organizzata dal coordinamento Enti locali per la pace, Diocesi, organizzazioni sindacali e associazioni pacifiste, è partita da Largo Formentone capitanata da un’enorme bandiera arcobaleno sorretta dai sindaci e dagli assessori della città e della provincia: «Brescia si riconferma città di pace. Lo scorso anno immediatamente dopo lo scoppio della guerra la mobilitazione nella nostra città e provincia è stata fortissima – afferma Laura Castelletti vicesindaco, ieri in testa al corteo -. Un impegno quello della pace che per noi non è nuovo: il nostro festival della pace va nella direzione di una convivenza pacifica».
Il lungo serpentone ha percorso piazza Loggia, via X Giornate, corso Zanardelli e corso Magenta: «Fuori l’Italia dalla guerra, fuori la guerra dall’Italia», questo lo slogan urlato dai manifestanti, accompagnato da innumerevoli cartelloni coloratissimi recanti le loro richieste: anzitutto il disarmo e lo stop all’invio di armi, ma anche l’avvio di una trattativa diplomatica chiedendo all’Unione Europea di operare con una sola voce, facendosi intermediario affidabile non delegando solo agli Usa e alla Nato decisioni che non le riguardano direttamente. «Brescia si conferma una città con grande sensibilità, attenzione, equilibrio ma punti fermi – commenta il presidente del Consiglio comunale Roberto Cammarata -. Ovvero la richiesta di un cessate il fuoco immediato, dell’avvio di un negoziato, del ritorno in campo della politica per raggiungere l’unico obiettivo veramente possibile, quello della pace».
La marcia si è poi fermata in San Barnaba dove era previsto un incontro con tre attiviste: Kateryna Lanko della Ukrainian Pacifist Movement ha dichiarato che «la guerra finirà semplicemente parlandosi e trovando punti in comune, di accordo. Credo che l’Ucraina debba trovare un modo diverso di terminare la guerra, un modo pacifico e io sono qui per questo. La mia speranza è che il mio paese e tutti i paesi del mondo abbiano la pace». Insieme a lei Darya Berg del movimento russo Go by the forest, la quale ha sottolineato come la Russia abbia cominciato e creato questa guerra sanguinosa un anno fa e crede nella vittoria dell’Ucraina in modo pacifico. Infine, a completare le testimonianze, la giornalista e attivista bielorussa di Our House Olga Karach che sta viaggiando in Europa per scoprire cosa sta accadendo e sottolinea che «La Russia è pronta a mandare l’armata in Ucraina, la mia missione qui è bloccare il secondo fronte direttamente in Bielorussia».
Massiccia e sentita, dunque, la marcia della pace bresciana che torna a dare voce a chi in questo momento non ne ha. «Il desiderio di pace è forte e va fatto valere, per questo siamo qui – chiude l’assessore Marco Fenaroli -. La via della pace è molto difficile ma è l’unica perseguibile. La via della guerra porta soltanto a distruzioni in una parte del mondo come l’Ucraina che ha già sofferto atroci tragedie nel secolo scorso. Occorre che questa guerra si fermi e che l’organizzazione delle nazioni unite faccia valere il diritto internazionale».