Incontro sull’intelligenza artificiale, il professor Guida: «Eliminerà alcuni lavori e ne porterà di nuovi»

Corriere della Sera, edizione digitale, 18 ottobre 2024

Giunge alla sua conclusione il ciclo di incontri sull’Intelligenza Artificiale con l’ultimo appuntamento previsto per il 18 ottobre, presso la Sala Bevilacqua di via Pace n. 10, a Brescia, alle ore 18:00: un’occasione di approfondimento avviata a giugno e proseguita in autunno coordinata da Nicoletta Cusano, docente di Filosofia teoretica e direttrice del Master Intelligenza Artificiale, Mente, Impresa presso l’Università degli studi di Brescia, promosso dalla stessa e da Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Associazione di Studi Emanuele Severino, Fondazione Eulo, con il contributo della Fondazione Comunità Bresciana. Nel ciclo sono stati coinvolti numerosi studiosi e tecnici con l’obiettivo di approfondire i modi in cui filosofia e scienza riflettono sul rapporto tra Intelligenza Artificiale, intelligenza naturale e coscienza e sulle sue applicazioni nei vari ambiti della ricerca.

Giovanni Guida, professore emerito di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni presso l’Università di Brescia, da più di 30 anni studioso di Intelligenza Artificiale (IA), aiuta a dipanare alcuni dubbi ancora presenti.

Prof. Guida, quali sono le innovazioni più recenti e le principali direzioni della ricerca?

L’innovazione più recente e ormai pervasiva dell’Intelligenza Artificiale è l’IA generativa, i grandi modelli linguistici (LLM – Large Language Models) che sono alla radice di sistemi come ChatGPT. Dialogare in modo fluido e pertinente con un sistema artificiale che sa rispondere a domande su un’enorme varietà di temi, tradurre in modo corretto fra più di 80 lingue, generare riassunti, produrre documenti tecnici o legali in totale autonomia non è un risultato da poco. Ma ovviamente non è tutto oro: gli LLM non sanno spiegare come hanno prodotto la risposta ad una domanda, non sanno giustificare perché la risposta deve essere considerata corretta, hanno limitate capacità di ragionamento, e a volte generano risposte apparentemente del tutto plausibili ma sconnesse dalla realtà e sostanzialmente false, le ben note allucinazioni. Risolvere questi problemi è uno degli obiettivi centrali della ricerca nel settore.

Interesse, curiosità, ma anche paura e diffidenza: sono le due reazioni che caratterizzano l’opinione pubblica davanti alle sfide poste dall’IA. Quale è l’atteggiamento più equilibrato per rapportarsi ad essa?

Intelligenza Artificiale è un nome molto suggestivo che alimenta la nostra fantasia ed evoca scenari meravigliosi e allo stesso tempo preoccupanti in cui l’uomo viene soggiogato dalle macchine. Il vortice di informazioni e di disinformazione che circonda l’IA non ne favorisce né una comprensione corretta da parte dei cittadini, che sono e saranno i principali utenti delle nuove tecnologie, né un’adozione razionale ed efficace da parte delle aziende. È essenziale diffondere e consolidare conoscenze tecnicamente corrette per evitare facili entusiasmi e infondati timori. È importante ricondurre l’IA entro i limiti che le sono propri: una tecnologia al servizio dell’uomo.

L’IA avrà un impatto negativo sull’occupazione?

L’IA rappresenta uno strumento importante per accelerare i processi di automazione del lavoro intellettuale. Indurrà cambiamenti profondi nei modi di lavorare e nelle professionalità; alcuni lavori potranno scomparire completamente, soppiantati dai sistemi artificiali, e altri nuovi nasceranno. È essenziale saper sfruttare positivamente la complementarità fra nuove tecnologie e lavoro dell’uomo; formazione, aggiornamento e riqualificazione sono elementi essenziali per favorire un utilizzo corretto dell’IA con un ritorno positivo per l’economia e per la società.

In questo ciclo di incontri sono coinvolti scienziati e filosofi. È possibile un dialogo tra queste due materie su questo tema dalle molte complessità?

L’IA solleva molteplici problemi di natura etica, come il tema della responsabilità, e anche domande più profonde relative alla conoscenza e all’autonomia. Un dialogo fra tecnici e filosofi è non solo possibile ma necessario. Prerequisito per dialogare in modo efficace è tuttavia che si crei un terreno comune, una piattaforma di concetti condivisi, chiari e univoci.