Martedì 17 maggio 2011 alle ore 20,45 nella Sala Bevilacqua, via Pace 10 – Brescia il card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi fino al 9 luglio 2008, ha parlato sul tema: JOHN HENRY NEWMAN, UN CRISTIANO INQUIETO.
I Padri filippini della Pace e la CCDC invitano a riscoprire John Henry Newman, uno spirito magno vissuto in Inghilterra dal 1801 al 1890 e beatificato da Benedetto XVI lo scorso 19 settembre 2010. Una personalità inquieta come dice il titolo di questa serata e come egli stesso si definisce nella sua Apologia pro vita sua. Ma perché avvicinarsi oggi a quest’uomo che a prima acchito appare affondato in un passato ormai lontano, il cui percorso prima di ministro della Chiesa Anglicana e poi di prete cattolico e infine di Cardinale sembra così lontano dalle nostre aspirazioni?
Newman, uomo assetato di verità, iniziò come professore a Oxford a studiare le origini del cristianesimo e finì per scoprire l’esigenza di abbandonare la sua Chiesa per entrare in quella Cattolica. La sua conversione al cattolicesimo non lo portò a polemiche contrapposizioni con le altre confessioni cristiane, ma lo animò a fare apostolato a favore del mondo del pensiero, per sostenere una fede religiosa intesa come qualcosa che riguarda l’uomo nella sua interezza. Fondò quindi in Inghilterra l’Oratorio di san Filippo Neri: una comunità di preti che vive senza voti, cioè senza l’obbligo dell’obbedienza. Nell’Oratorio di san Filippo la comunità si regge quindi sulla ricerca dell’unità “non solo come la via migliore, ma come questione di vita o di morte”. Questa riflessione che Newman sviluppa in uno dei discorsi tenuti nel 1858 a un capitolo degli oratoriani e conclude con l’esortazione “a curare l’affetto che proviamo l’uno per l’altro, a servirci l’un l’altro con gentilezza, attenzione e umiltà”, ci mostra la modernità del suo pensiero e si lascia applicare al nostro vivere in famiglia, tra amici e perfino nella stessa comunità civile.
Newman fu anche il primo rettore della neo costituita università cattolica di Dublino e in un ciclo di conferenze, poi raccolte sotto il titolo L’idea di Università, sviluppò le sue riflessioni sull’educazione universitaria, che voleva fosse tesa a sviluppare di pari passo la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso. “Se dunque bisogna assegnare ad un corso universitario un fine pratico, che sia l’educare buoni membri della società. La sua arte è l’arte della vita sociale e il suo fine l’essere adatti al mondo. … L’educazione universitaria è il grande mezzo ordinario per un fine alto: mira ad elevare il tono intellettuale della società, a coltivare lo spirito pubblico, a purificare il gusto nazionale, a fornire principi veri all’entusiasmo popolare”. Il frutto di questa educazione è per Newman il gentleman, cioè”l’uomo che non fa mai soffire il prossimo ingiustamente, anzi occupato principalmente a rimuovere gli ostacoli che impediscono la libera attività di chi gli sta vicino. … E’ prudente e misurato nei giudizi. Nelle discussioni non è mai meschino né volgare, non cerca vantaggi sleali, né ricorre ad attacchi personali… Il gentleman non è ancora un santo, eppure esiste una favorevole continuità e omogeneità fra la finezza della persona colta e il dono della grazia che trasforma le sue doti in carità soprannaturale”.
Fatte le debite proporzioni questo è lo spirito cui la nostra Cooperativa si ispira nella sua attività di promozione culturale. Lasciamoci quindi stimolare dalle riflessioni di Newman per avvicinarlo e scoprire uno di quei classici del pensiero che proprio in quanto tale è sempre in grado di nutrire la riflessione delle donne e degli uomini di ogni tempo che sono in cerca della verità.
Per chi volesse approfondire la conoscenza delle opere di Newman si segnala il sito: http://www.newmanreader.org/ che raccoglie i suoi scritti in lingua orginale.