Domenica 26 aprile 2020 alle ore 18,30 lo scrittore Giuseppe Lupo ha risposto alle domande del giornalista Claudio Baroni, consigliere della CCDC, sul tema: “La cultura è la nostra identità”, inaugurando il II ciclo di Video-pillole della CCDC: “Riflessioni per tempi incerti”. L’intervento si è svolto in diretta sulla pagina Facebook della CCDC e sul sito www.ccdc.it.
Giuseppe Lupo è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Trai suoi libri L’americano di Celenne (2000; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini), L’albero di stanze (2015; Premio Alassio-Centolibri), e Gli anni del nostro incanto (2017; Premio Viareggio Rèpaci), Breve storia del mio silenzio (finalista Premio Strega 2020) e recentissimo I giorni dell’emergenza. Diario di un tempo sospeso.
Viviamo tempi incerti, che fanno molto riflettere. Si affollano nella nostra mente tante domande e numerosi dubbi che non possono, certo, trovare risposte semplici e immediate.
Anzitutto, quando torneremo alla normalità? Ma, poi, siamo davvero così sicuri che sarà possibile tornare alla normalità dopo un’esperienza tanto difficile e impegnativa come quella della pandemia attuale? “Nulla sarà più come prima”, sentiamo dire spesso. Se lo pensiamo davvero, da dove dovremo ripartire e quali dovranno essere i riferimenti alla luce dei quali ispirare la nostra cultura, la nostra economia e la nostra politica per essere all’altezza degli scenari inediti che sembrano attenderci?
Porsi in ascolto delle riflessioni di scrittori, poeti, biblisti, economisti, teologi, sociologi e manager – dando seguito ai pensieri profondi già emersi nel ciclo di video-interviste Interrogativi e sfide ai tempi del coronavirus da poco terminato e che ha ricevuto un notevole riscontro di “pubblico” – ci consentirà di gettare uno sguardo oltre l’emergenza, per vivere consapevolmente e responsabilmente i tempi attuali, sicuramente incerti ma anche, crediamo, carichi di speranza.