Martedì 12 marzo 1991 a Rovato, presso il Convento dell’Annunciata, Jocelyne Khoueiry, fondatrice del movimento “La Libaneise – Femme di 31 mai”, portavoce del Consiglio dei movimenti laici apostolici del Libano, ha parlato sul tema: “La difficile situazione dei cristiani nel Libano ”.
L’incontro è stato promosso dalla Sezione di Franciacorta della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.
Jocelyne Khoueiry. Nell’aprile 1975, in Libano scoppia la guerra. Jocelyne Khoueiry, che allora aveva appena vent’anni, imbraccia il fucile per difendere il suo paese minacciato dai palestinesi che hanno instaurato uno Stato nello Stato. Una delle poche donne a lottare contro i reparti scelti, diventa una figura della resistenza cristiana e si ritrova ben presto alla testa di un migliaio di soldatesse. La notte del 6 maggio 1975, da sola con sei giovani compagne, riporta una vittoria decisiva contro trecento combattenti palestino-siriani. Nasce così la leggenda di “Jocelyne e le sue ragazze”. A quella data corrisponde anche un cambiamento: la conversione della giovane donna, che fino allora aveva professato un cristianesimo esclusivamente di consuetudine, da quella vittoria, non cesserà di comunicare la sua fede al gruppo delle forze libanesi. Per dieci anni, fino al 1985, si troverà su tutti i fronti per portare la speranza nel cuore del conflitto. Negli anni sucessivi la sua lotta per la vita non è mai cessata. Al fine di portare il suo aiuto ai bambini, alle famiglie e ai bisognosi, ha fondato il Centro Giovanni Paolo II, nelle vicinanze di Beirut. È inoltre membro dell’Accademia mariana pontificia internazionale e rappresentante dei laici del Medio-Oriente in Vaticano. Attraverso il ritratto di questa donna fuori dal comune, si ricostruisce un tratto della storia dolorosa e complessa del Libano. (retro copertina del libro Il cedro e la croce. Jocelyne Khoueiry, una donna in prima linea, di Nathalie Duplan e Valérie Raulin, Marietti 2008)