Corriere della Sera, 28 marzo 2021
L’analisi nel saggio di Dacia Maraini e Chiara Valentini
La pandemia offusca «Il coraggio delle donne»
Scritto durante la pandemia, il saggio «Il coraggio delle donne» (Il Mulino) è il risultato di un carteggio in cui la scrittrice Dacia Maraini e la giornalista Chiara Valentini riflettono sull’attuale condizione del gentil sesso partendo dalla rievocazione di alcuni momenti chiave della rivoluzione femminile – «L’unica non fallita del XX secolo» secondo lo storico Eric Hobsbawn – mettendone in luce anche le contraddittorietà e le involuzioni.
Il testo esordisce con una dichiarazione d’intenti: «Ci chiedevamo a che punto eravamo, che giudizio dare dei vecchi e dei nuovi movimenti femminili, quante delle nostre speranze si erano realizzate e quanto restava ancora da fare. In quelle discussioni su un punto ci trovavamo pienamente d’accordo, l’ammirazione per lo straordinario coraggio di donne di ogni tempo per l’affermazione di sé stesse e per i sacrifici compiuti nel cammino di emancipazione e liberazione del genere femminile» (p. 10). Senza dubbio nel Novecento, attraverso lotte lunghe e sofferte, le donne sono riuscite a superare lo stato di minorità cui erano state confinate da millenni di cultura patriarcale, a volte pericolosamente introiettata dalle donne stesse tanto da diventare, in alcuni casi, le peggiori nemiche del genere femminile. Oggi tuttavia, lungi dall’aver ottenuto un’effettiva parità e una piena affermazione di sé, sono di nuovo costrette ad affrontare stereotipi e ostilità, che sembrano minacciare conquiste ritenute acquisite una volta per sempre. Esiste ancora un divario incolmabile in famiglia, al lavoro, nella sfera pubblica, divario ulteriormente esasperato dalla pandemia.
«Ora siamo in un momento molto grave, con questo virus sbucato dal nulla con timidezza e quasi dal nulla, tanto da non essere preso troppo sul serio, è che poi, piano piano, si è insinuato nella vita di tutti noi, al punto che è diventato difficile parlare d’altro» (p. 62). Ed è proprio in questa fase che sono aumentate le violenze domestiche e anche i femminicidi, come più volte nel corso degli ultimi mesi le associazioni del privato sociale, che si occupano di queste problematiche, hanno denunciato.
Coerentemente con l’idea centrale del testo, ossia che il coraggio rappresenti ciò che più contraddistingue il genere femminile, nella seconda parte del libro vengono presentate una serie di donne coraggiose che osarono sfidare luoghi comuni, tribunali e roghi.
I ritratti esemplari di Ipazia, di Olympe de Gouges, di Vibia Perpetua, di Cristina Belgiojoso, di Costanza d’Altavilla, di Renata Viganò rappresentano una preziosa occasione di riflessione per riprendere un cammino forse in parte interrotto, sicuramente ostacolato dalla pandemia e da una recrudescenza di una cultura misogina che pensavamo superata per sempre.
Carla Lunghi