Per il ciclo di conferenze “Il varco è qui?” – La ricerca dell’Assoluto nella letteratura, il 7 marzo 2000 nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, il prof. Enzo Noè Giradi ha parlato di Alessandro Manzoni. L’incontro è stato promosso da Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Uciim e Padri della Pace.
Enzo Noè Girardi era professore emerito di letteratura italiana all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Tra i volumi pubblicati da Girardi si ricordano «Esperienza e poesia di Gabriello Chiabrera» (1950), l’edizione critica delle «Rime» di Michelangelo Buonarroti (1960), «Studi su Michelangelo scrittore» (1974), «Studi su Dante» (1980), «Nuovi studi su Dante» (1987), «Commento ai Promessi sposi» (1974), «Manzoni, De Sanctis, Croce e altri studi di storia della critica italiana» (1986), «Letteratura come arte» (1991), «Letteratura come bellezza» (1991), «Struttura e personaggi dei Promessi Sposi». Una vastissima produzione che dimostra la profondità e la versatilità degli interessi di Noè Girardi. I suoi studi, testimoniati da una ricchissima bibliografia, si sono dispiegati sull’intero arco della storia della letteratura italiana dalle origini all’età contemporanea, con particolare dedizione a Dante, Michelangelo, Manzoni, nonché alla storia della critica italiana e alla teoria della letteratura. Nella fattispecie, Noè Girardi è stato fra i curatori di un voluminoso libro di grande formato, dedicato al Buonarroti nella varia declinazione degli interessi di un genio che ha attraversato la pittura, la scultura e la letteratura. Nel 1980 ha fondato la rivista «Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica», di cui è stato direttore per 35 anni. Nato a Iseo, in provincia di Brescia, il 26 febbraio 1921, Enzo Noè Girardi è stato professore ordinario di lingua e letteratura italiana nell’Università Cattolica nonchè incaricato di storia della critica e di teoria della letteratura, direttore dell’Istituto di Italianistica, e dal 1983 al 1992 e preside della Facoltà di Magistero. Con la sua morte (19.6.2016) la storia della letteratura italiana perde così uno dei suoi più prestigiosi studiosi e l’esegesi dantesca resta orfana di uno dei suoi più attenti maestri. I suoi saggi restano tra gli studi più completi e approfonditi del Novecento. (Il Giornale, 20.6.2016)