Venerdì 5 aprile 2019 alle ore 18 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia si è tenuto il secondo incontro delle Lezioni di filosofia (XV edizione).
Il prof. Andrea Poma, Professore ordinario di filosofia morale nell’Università di Torino, autore del libro Impossibilità e necessità della teodicea. Gli «Essais» di Leibniz (Mursia; Milano 1995), ha parlato su “Il problema del male in Gottfried Wilhelm Leibniz”.
L’iniziativa è stata promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura in collaborazione con i Padri filippini della Pace.
A Leibniz si deve il concetto di teodicea con il quale si intende una dottrina volta a giustificare Dio riguardo all’esistenza del male e che, come tale, definisce già una certa soluzione del problema. Egli riprende la tesi secondo cui il male è privazione, ma si impegna soprattutto a mostrarne la perfetta compatibilità con la bontà e l’onnipotenza divine. L’argomento principale portato da Leibniz è che il mondo, con tutti i suoi mali, è pur tuttavia il migliore dei mondi possibili: “È vero che si possono immaginare mondi possibili senza peccato e senza miseria […] ma questi stessi mondi sarebbero, per un altro verso, molto inferiori al nostro per bontà” (Teodicea, 1973, p. 161). Ciò può essere affermato a partire dalla constatazione che “spesso un male causa un bene, a cui, senza quel male, non si sarebbe mai arrivati” (ib.), secondo il principio teologico della felix culpa. In questo orizzonte il male non è voluto da Dio, ma soltanto permesso e ciò in funzione di quella scelta del meglio, che per Dio è moralmente necessaria: perché il male non fosse, Dio non avrebbe dovuto creare, ma con ciò avrebbe contraddetto la sua bontà che “lo spinge a comunicarsi” oppure avrebbe dovuto rinunciare a realizzare il bene.