L’unità dei cristiani per la nuova Europa

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L’avvenimento ecumenico di maggior rilievo per il 1997 dovrebbe essere senz’altro quello che si terrà in Austria, a Graz, dal 23 al 29 giugno. Si tratta della seconda Assemblea ecumenica europea, alla quale parteciperanno circa 120 Chiese fra ortodosse, anglicane e protestanti e, da parte cattolica, 33 Conferenze episcopali guidate dal loro presidente, l’arcivescovo di Praga, card. Miloslav Vlk, un prestigioso uomo di Chiesa che, per poter realizzare la sua vocazione al sacerdozio, si adattò persino a fare il lavavetri.
Nel prossimo giugno, dunque, si troveranno di fronte nel capoluogo della Stiria, qualche cosa come 700 rappresentanti di Chiese, in misura paritetica fra Conferenze delle Chiese europee (Cec) e Consiglio della Conferenze episcopali europee (Ccee).
Il tema è di grande impegno: “Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita nuova”. Un tema sicuramente più incisivo ancora di quello discusso a Basilea nel 1989, nel corso della prima Assemblea ecumenica. Infatti, se “Giustizia e pace” impegnava le Chiese ad un’azione unitaria ad extra, qui invece viene proposto un impegno di riconciliazione che riguarda le Chiese stesse, prima di tutto, ad intra. Questo risulta fin d’ora dal sintetico manifesto largamente diffuso nel quale, alla testa dell’elenco dei temi principali da trattare, si nota questo: “Ricerca dell’unità visibile fra le Chiese”. Questa tematizzazione non può che far piacere a tutti coloro che avvertono l’urgenza dell’unità dei cristiani e riaccende delle speranze che si erano un po’ assopite negli ultimi tempi.
Riuscirà Graz a dare un nuovo impulso al cammino ecumenico? Saprà individuare e suggerire quei passi, magari piccoli ma coerenti, di cui ha bisogno un cammino per essere veramente tale? Saprà indicare le vie da percorrere, al di là degli enunciati di principio, per porre rimedio alle fratture che questo millennio ha prodotto fra coloro che il Cristo, l’unico Signore, pensava e voleva invece profondamente uniti?
Chiaramente, non potremo aspettarci miracoli; non potremo chiedere a Graz ciò che non può dare, che esula dalle sue competenze, e cioè indicazioni autorevoli, vincolanti per tutti. Questo compete alle Chiese e al loro compito normativo. L’ecumenismo è e deve essere un cammino di Chiese e non di singoli. Tuttavia, suggerimenti e stimoli potrebbero pur venire da un’Assemblea così qualificata come quella di Graz, a tutto vantaggio della auspicata riconciliazione cristiana. Speriamo in bene!
Sicuramente, l’Assemblea di giugno si sta aprendo in un clima di grande serenità e buona volontà, e pertanto ci possiamo aspettare frutti copiosi e buoni. L’Europa che sta faticosamente tentando di partire ne ha bisogno, per riuscire a superare le chiusure e le divisioni di cui soffre.
Cristiani divisi e ostili fra di loro, arroccati in difesa delle loro prerogative, non farebbero che diffondere le loro divisioni. Per grazia di Dio, il clima oggi è profondamente cambiato. I cristiani ora si cercano, si ascoltano, dialogano fra di loro, per progredire insieme verso la pienezza e la purezza della verità di Cristo. Hanno imparato a valorizzare sempre di più quel tanto che hanno già in comune: la Bibbia, la fede trinitaria e cristologica del simbolo niceno, l’unico battesimo, l’identica invocazione allo Spirito. Sempre di più essi sanno riconoscere con gioia e gratitudine i doni di Dio presenti nelle Chiese sorelle, la reale presenza del Signore là dove ci si raccoglie e si prega nel suo nome, nell’ascolto della sua parola e nella memoria della sua Cena, sorgente di vita nuova.
I cristiani, oggi, hanno imparato a sottrarre le diversità ancora esistenti fra di loro al triste destino di trasformarsi in divisioni. La “diversità riconciliata” da loro perseguita è così diventata un criterio, un paradigma, nei confronti di tutte le diversità che minacciano gli uomini, i popoli, le culture. Proprio per questo non è difficile prevedere che a seconda Assemblea della Chiese europee susciterà in tutti, credenti e non credenti, interesse, simpatia e speranza.
 

Giornale di Brescia, 19.1.1997.