Nuove regole per i conti pubblici: la riforma dell’art. 81 della Costituzione

ll convegno, promosso dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e dai giovani imprenditori dell’AIB si è tenuto il  29 febbraio 1992 nella sala conferenze Cavalier Pier Giuseppe Beretta di Via Cefalonia 62 a Brescia.

Mino Martinazzoli. Nato a Orzinuovi nel 1931, avvocato, uomo di grande rigore morale, Martinazzoli è stato uno dei principali esponenti della corrente della sinistra interna e del cattolicesimo progressista. Da segretario ha guidato la difficile fase post-Tangentopoli e del traghettamento del partito fino alla nascita del Ppi. Ministro della Difesa, ministro della Giustizia, ministro delle Riforme Istituzionali, Martinazzoli è stato ininterrottamente in Parlamento dal 1972 al 1994, prima come senatore poi come deputato fino agli ultimi due anni di attività trascorsi nuovamente da Palazzo Madama. Quando nel 1994 tornò a Brescia per diventarne sindaco, il suo fu un tentativo di ritiro dalla vita politica e da un mondo uscito stravolto dall’uragano Tangentopoli. Nel 2000, però, fu “richiamato” dal centrosinistra e accettò di correre per la presidenza della Regione Lombardia, ma fu sconfitto da Roberto Formigoni. Restò in consiglio regionale per tutta la legislatura, mentre nel 2004 venne eletto presidente di Alleanza Popolare-Udeur. Nel corso della lunga esperienza parlamentare, Martinazzoli fu anche presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul caso Lockeed. Nel partito fu, con Giovanni Galloni, Luigi Gramelli, Leopoldo Elia e Guido Bodrato, uno degli esponenti più significativi dell’area Zaccagnini che innescò il processo di rinnovamento della Democrazia Cristiana alla fine degli anni ’70. (https://www.repubblica.it/politica/2011/09/04)

Giovanni Bognetti (Milano, 10 dicembre 1930 – Milano, 15 luglio 2013) -Primogenito di Giampiero, professore ordinario di Storia del diritto italiano noto per i suoi studi sull’età longobarda, si laureò nel 1953 presso l’Università degli studi di Milano con Renato Treves. Nel 1955 ottenne il primo insegnamento come incaricato presso l’Università di Urbino. Nel 1958 pubblicò le sue prime monografie: Il pensiero filosofico giuridico nord-americano del XX secolo. I fondatori: Holmes, Pound, Cardozo e La libertà d’espressione nella giurisprudenza nord-americana (Milano). Nel 1959 ottenne la libera docenza in Filosofia del diritto. Nel 1962 fu proclamato  vincitore del primo concorso per l’ordinariato di Diritto pubblico comparato, bandito dall’Ateneo padovano. Gli altri ternati erano Antonio La Pergola e Paolo Tesauro. Nel 1963 pubblicò la terza monografia, La responsabilità per tort del funzionario e dello Stato nel diritto nordamericano, Milano, 1963. Preso servizio presso l’Università di Urbino, vi rimase titolare di cattedra fino al 1969. In quegli anni fece ritorno negli Stati Uniti, dove era già stato studente durante il terzo anno di giurisprudenza, nel 1952, nella University of Wisconsin, a Madison. Tra il 1962 e il 1963 soggiornò così presso la University of Virginia, a Charlottesville, nel Woodrow Wilson Department of Government and Foreign Affairs. In America fece poi ritorno nel primo semestre del 1967, insegnando nel Department of Political Science della Notre Dame University. Dal 1969 al 1979 fu professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’Università di Pavia, lavorando con pubblicisti come Umberto Pototschnig e Serio Galeotti prima, Sergio Bartole e Valerio Onida poi. Tornò come visiting professor negli Stati Uniti, questa volta alla Case Western University di Cleveland, Ohio, negli anni dal 1975 al 1979, e poi di nuovo nei semestri autunnali del 1981, 1988 e 1992. Dal 1980 si era intanto trasferito presso l’Università degli studi di Milano, dove rimase ordinario di Diritto pubblico comparato sino al 1998, venendovi poi nominato Professore emerito. Dal 1987 al pensionamento (2003) fu anche Direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Nei primi anni ’80 partecipò al lavoro del “Gruppo di Milano”, guidato da Gianfranco Miglio, sfociato nel volume del 1983, di cui curò le parti dedicate alla Costituzione economica, alla Corte costituzionale, al Giudiziario. Del 1988 è invece la monografia Costituzione, legislazione, sindacati. Una legge per le relazioni industriali, Milano. Del 1991 altri due lavori monografici: Europa in crisi. Due studi su alcuni aspetti della fine della III Repubblica francese e della Repubblica di Weimar, Milano e La cultura giuridica e le facoltà di giurisprudenza a Milano nel secolo XX, Milano. Del 1993 La Costituzione economica italiana, Milano. Negli Stati Uniti tornò più volte negli anni ’90, prima nel 1990 alla School of Law di Berkeley, California e poi ancora negli anni successivi, poi alla School of Law della Columbia University, a New York, dal settembre al gennaio del 1994. Negli anni ’90 produsse importanti monografie, tra le quali La Costituzione economica italiana, Milano, 1993; Introduzione al Diritto costituzionale comparato. Il metodo, Torino, 1994; Costituzione, televisione, legge antitrust, Milano, 1996;  Lo spirito del costituzionalismo americano, Breve profilo del diritto costituzionale degli Stati Uniti, (1)La Costituzione liberale, Torino, 1998 e (2)La costituzione democratica, Torino, 2000; Lo Stato e i gruppi di interesse negli ordinamenti borghesi, Milano, 1998.  Negli stessi anni collaborò stabilmente con Il Sole-24 ore, pubblicando quasi duecento articoli, spesso di fondo, riversandovi, oltre che le competenze costituzionalistiche e comparatistiche, grande passione civile. Negli anni dal 2003 al 2010 insegnò per contratto Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Bocconi di Milano e Diritto costituzionale presso l’Ateneo LIUCC di Castellanza (2003-2013). Del 2001 è la seconda edizione del volume La divisione dei poteri. Saggio di diritto comparato, Milano. Il suo ultimo lavoro monografico, del 2008, fu The American Constitution and Italian Constitutionalism. An Essay in Comparative Constitutional History, Bologna. Giovanni Bognetti non ha mai cambiato raggruppamento scientifico-disciplinare, pur insegnando altre materie pubblicistiche in Facoltà di Giurisprudenza e di Economia; non si è mai lasciato distrarre dalla ricerca comparatistica, che ha coltivato a tempo pieno; è sempre stato fedele al suo approccio metodologico, di cui ha dato plurimi magistrali esempi; ha costantemente dimostrato di saper calare le sue motivazioni culturali nel  lavoro scientifico, senza che il metodo ne venisse contaminato; pur venerando il diritto americano, ha padroneggiato con non minore capacità il diritto tedesco e quelli francofoni, conoscendo e praticando le relative lingue. Un comparatista completo e a tutto tondo. (Giuseppe Franco Ferrari – http://www.dpce.it – 2019)