Martedì 7 febbraio 2012 alle ore 20,45 nella Sala Bevilacqua, via Pace n.10 a Brescia Milan Zust S.J., collaboratore del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, membro dell’equipe del Centro Studi e Ricerche “Ezio Aletti” a Roma, ha parlato sul tema
“Oriente e Occidente. I rapporti tra cattolici e ortodossi nell’Europa di oggi”.
L’incontro è stato organizzato da Ufficio diocesano per l’ecumenismo, Padri della Pace e Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.
Padre Milan Zust sj, sloveno, sacerdote della Compagnia di Gesù, ha studiato filosofia e teologia a Lubiana e a Innsbruck, ha approfondito la teologia ortodossa, conseguendo il dottorato a Parigi nel 2002 sotto la guida del prof Olivier Clément, con una tesi sul pensiero del sacerdote ortodosso russo Pavel Florenskij. Dal 2006 padre Zust lavora presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, dove si occupa delle relazioni con le Chiese ortodosse dei paesi slavi. E’ considerato un mediatore appassionato e paziente, che lavora nel silenzio, spesso impegnato in viaggi tra Roma e i centri dell’ortodossia, per svolgere tutto quel lavoro preparatorio, necessario alla migliore comprensione reciproca nel superamento di mille anni di divisione e pregiudizi.
Secondo padre Zust nel dialogo tra cattolici e ortodossi non si tratta semplicemente di aspettare grandi eventi, come l’incontro del Papa con l’uno o l’altro patriarca, sebbene tali circostanze siano certamente proficue, se ben preparate. Spesso, nel cammino verso una sempre maggiore comunione tra i discepoli di Cristo, contano molto di più i piccoli passi, gli scambi a vari livelli, che pian piano ci avvicinano, ci aiutano a conoscerci meglio, a rispettarci di più e a liberarci dai numerosi pregiudizi accumulatisi nel corso dei secoli. Il vero motivo della divisione tra i cristiani non sono ragioni teologiche o interessi politici, ma in realtà sembra essere il fatto che qualcosa è diventato più importante di Nostro Signore Gesù Cristo, e il rapporto con Lui non sembra essere più sufficiente a tenerci uniti come credenti. Il cammino del dialogo tra i cristiani sarà, perciò, tanto più fruttuoso, quanto più tutti si impegneranno ad approfondire il rapporto con Colui che è l’unico che può unirci. Attraverso il rapporto con il Signore, grazie alla riconciliazione con Lui, che ci ha salvati, cresce la reciproca fiducia e la capacità di ascoltare l’altro, di perdonarlo e di chiedergli perdono, di essere pronto ad imparare gli uni dagli altri. Si crea, allora, un’atmosfera favorevole per il dialogo teologico e per la collaborazione nel comune annuncio del messaggio evangelico nel mondo di oggi.