Padre Ottorino Marcolini a 100 anni dalla nascita

Sabato 24 maggio 1997 nella sala Bevilacqua di via Pace n.10 è stato ricordato padre Ottorino Marcolini a 100 anni dalla nascita. Sono intervenuti Andrea Lepidi (Presidente di Confcooperative Brescia), Mino Martinzzoli (Sindaco di Brescia), Matteo Perrini (Presidente Ccdc), Lino Monchieri (ex internato militare), Bruno Boni (ex Sindaco di Brescia), Angelo Franceschetti (vicedirettore Giornale di Brescia), Angelo Bugini (Facoltà di ingegneria dell’Università di Brescia). L’iniziativa è stata promossa da Padri della Pace, CCDC e Centro Studi “La Famiglia”.

Lino Monchieri muore il 2 febbraio 2001. Una perdita incolmabile per quanti lo hanno amato e conosciuto. Una perdita anche per la comunità e per le istituzioni nelle quali ha operato con intensa e generosa attività come educatore, scrittore, «testimone dell’orrore e della pietà» vissuti nell’atroce esperienza dei lager nazisti. A Brescia Lino Monchieri fu insegnante, direttore didattico, ispettore tecnico superiore del Ministero della pubblica istruzione. Le sue passioni fin da ragazzo erano state la lettura, la scrittura, il teatro. Fu autore di testi scolastici, redattore e direttore di riviste educative, di collane narrative e divulgative presso la editrice «La Scuola». Scrisse saggi, racconti, romanzi, leggende, storie e commedie. Consigliere nazionale e presidente della Commissione di cultura a Roma per gli ex internati in Germania, promosse e diresse una ricca collana di memorie e di testimonianze «Per non dimenticare». In questo ambito ha istituito il Fondo nazionale di documentazione «V.E. Giuntella» presso la Fondazione «Luigi Micheletti» e ha collaborato alla costituzione del museo nazionale dell’«Internato Ignoto» di Terranegra, a Padova. Il suo «Diario di prigionia» è stato giudicato «un autentico gioiello della letteratura memorialistica sulla deportazione degli italiani». Egli credeva fortemente nella scuola come mezzo di rinascita e di emancipazione, credeva nella funzione civile dello scrittore, credeva nella fondamentale bontà della gente comune, ma temeva la prepotenza, l’arroganza, la presunzione dei potenti. Nelle ACLI seguì nei primi anni di vita del Movimento i corsi professionali dei lavoratori che avevano abbandonato la campagna in cerca di nuova occupazione e le scuole per acquisire il titolo di studio della scuola elementare. Fu Vicepresidente delle ACLI bresciane dal 1950 al 1953. Fu il primo direttore di ACLI bresciane. (http://www.acliprealpino.it – 2019)

Mino Martinazzoli. Nato a Orzinuovi nel 1931, avvocato, uomo di grande rigore morale, Martinazzoli è stato uno dei principali esponenti della corrente della sinistra interna e del cattolicesimo progressista. Da segretario ha guidato la difficile fase post-Tangentopoli e del traghettamento del partito fino alla nascita del Ppi. Ministro della Difesa, ministro della Giustizia, ministro delle Riforme Istituzionali, Martinazzoli è stato ininterrottamente in Parlamento dal 1972 al 1994, prima come senatore poi come deputato fino agli ultimi due anni di attività trascorsi nuovamente da Palazzo Madama. Quando nel 1994 tornò a Brescia per diventarne sindaco, il suo fu un tentativo di ritiro dalla vita politica e da un mondo uscito stravolto dall’uragano Tangentopoli. Nel 2000, però, fu “richiamato” dal centrosinistra e accettò di correre per la presidenza della Regione Lombardia, ma fu sconfitto da Roberto Formigoni. Restò in consiglio regionale per tutta la legislatura, mentre nel 2004 venne eletto presidente di Alleanza Popolare-Udeur. Nel corso della lunga esperienza parlamentare, Martinazzoli fu anche presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul caso Lockeed. Nel partito fu, con Giovanni Galloni, Luigi Gramelli, Leopoldo Elia e Guido Bodrato, uno degli esponenti più significativi dell’area Zaccagnini che innescò il processo di rinnovamento della Democrazia Cristiana alla fine degli anni ’70. (https://www.repubblica.it/politica/2011/09/04)

Matteo Perrini (1925-2007), per decenni insegnante di filosofia nei licei di Brescia e fondatore della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, ha curato per La Scuola l’edizione di classici più volte ristampati: “Confessioni” di Agostino (1977), “A Diogneto” (1985), “Le due fonti della morale e della religione” di Bergson (1996), “Ritratti di Thomas More” di Erasmo da Rotterdam (2000); inoltre ha pubblicato “Seneca. L’immagine della vita” (La Nuova Italia 1998) e, in collaborazione con P. Miquel, “Le preghiere dell’umanità” (Queriniana 1993). Ha collaborato a riviste («Humanitas», «Pedagogia e Vita», «Studium», «Nuova Secondaria») e quotidiani («L’Osservatore Romano», «Giornale di Brescia»). (Fonte: www.morcelliana.it – 2008)

Padre Giulio Cittadini. Oratoriano, ordinato sacerdote il 25 Giugno 1950; già partigiano inquadrato nella 76a Brigata “Garibaldi”, nel Maggio 1960 ha conseguito il Dottorato in Teologia a Venegono con una tesi su Armando Carlini; docente per vari anni negli Istituti superiori e assistente della FUCI e del MEIC ha pubblicato diversi libri: Credo risorgerò, Brescia, 1985; Elevato da terra, Brescia, 1987, Silvano, Margherita e gli altri, Brescia, 1990, Invitati a sperare, Brescia, 1996, La tenda e i paletti (Is. 54,2), Brescia 2000, Sull’umiltà. Spunti di meditazione, Brescia, 2003, Virtù quotidiane, Brescia, 2006. Gli interventi di P. Giulio Cittadini ai Congressi Generali della Confederazione Oratoriana (è stato presidente di quelli del 1982 e del 1994) e in altri Convegni sono stati raccolti nella pubblicazione: L’Oratorio di San Filippo Neri. Origini – Attualità – Prospettive, pro manuscripto, Brescia, 2000. P. Cittadini ha collaborato con le riviste “Humanitas” e “Vita Familiare. Il 25 aprile 2012 su proposta dell’Associazione “Fiamme Verdi” di Brescia, la Federazione Italiana Volontari per la Libertà (F.I.V.L) gli ha attribuito la medaglia d’argento F.I.V.L. assegnata ai partigiani e alle partigiane aderenti alla Federazione che, come padre Giulio, hanno vissuto in prima persona i tragici momenti della lotta di liberazione contro il nazifascismo, perseguendo gli ideali di Libertà, Giustizia e Pace che incarnano l’atto fondativo della Federazione. Padre Giulio Cittadini, partigiano e sacerdote, è stato un protagonista della Resistenza: appartiene alla Congregazione dei “Padri della Pace”, presso la quale ha maturato la sua vocazione attraverso la quotidiana frequentazione con figure straordinarie dell’antifascismo bresciano, quali padre Giulio Bevilacqua, padre Carlo Manziana, padre Ottorino Marcolini, vivendo con la stessa intensità della giovanile lotta di liberazione anche gli oltre sessant’anni di sacerdozio. (www.oratoriosanfilippo.org – 2019).

Bruno Boni. Tra i fondatori della Democrazia Cristiana, è stato vicesindaco di Brescia dal 1946 al 1948 e Sindaco di Brescia per circa trent’anni, dal 1948 al 1975 e poi Presidente della Provincia della stessa città dal 1975 al 1985. Concluse la propria carriera politica come Presidente della Camera di Commercio di Brescia. Nel 1993 è nominato vicepresidente della Società Autostrade Brescia-Padova. Tra il 1943 e il 1945 partecipa alle riunioni del Comitato di Liberazione Nazionale clandestino con Pietro Bulloni e Leonzio Foresti. Sorvegliato dalla Polizia della RSI è arrestato nel settembre del 1944 e detenuto per alcuni mesi nel carcere di Canton Mombello a Brescia. Segretario provinciale della Dc di Brescia dal 1947 al 1951 e dal 1954 al 1963. Tra le sue iniziative politiche vi fu quella di diffondere la cultura ferroviaria: nel 1961 partecipa alla posa della locomotiva n. 1 della SNFT presso il castello: fu il primo monumento italiano alla locomotiva, voluto espressamente dalla sua giunta. Tre anni dopo il comune dona al neonato Club Fermodellistico Bresciano l’uso di due stanze allo scopo di allestire un plastico e un museo delle riproduzioni modellistiche. Insignito della laurea ad honorem si è molto battuto per la nascita dell’Ateneo di Brescia (Università Statale), che oggi gli dedica il complesso contenente gli alloggi per gli studenti. Oltre che per la sua esperienza come primo cittadino della città è ricordato per il suo legame con lo sport, che lo portò a ricoprirne svariati incarichi di organizzazione. Era un grande appassionato di ciclismo e questo lo portò a organizzare molte tappe del Giro d’Italia, una partenza del Giro di Lombardia e a collaborare con l’organizzazione dei Campionati del mondo di ciclismo su strada del 1962, disputatosi a Salò. Boni fu anche l’artefice della rinascita delle manifestazioni automobilistiche nella città lombarda. Si impegnò per far rivivere il Circuito del Garda, a fasi alterne tra 1948 e 1966, e soprattutto la Mille Miglia, sia come gara di velocità su strada, tra 1947 e 1961, sia come manifestazione di regolarità storica, che impegna tutt’oggi le vetture che parteciparono alla gara originale. Dal 1968 al 1969 fu anche presidente della squadra di calcio del Brescia, della quale in gioventù era stato portiere nella squadra riserve. (wikipedia – 2023)