Mercoledì 28 settembre 2016 alle ore 20,45 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia, si è tenuto un incontro sul tema: Parole e silenzi in Primo Levi. Nell’occasione è stato presentato il libro di Primo Levi, Io che vi parlo. Conversazione con Giovanni Tesio (Einaudi, 2016).
Sono intervenuti Giovanni Tesio, Pietro Gibellini e Rolando Anni.
L’iniziativa è stata promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura in collaborazione con i Padri filippini della Pace.
IL LIBRO. La famiglia, l’infanzia, gli anni di formazione durante il fascismo, gli amici dell’adolescenza, le letture, la timidezza, la passione per la montagna. E ancora la guerra, il ritorno a casa e un mestiere «che è poi un caso particolare, una versione più strenua del mestiere di vivere». Quasi trent’anni di silenzio per questa fitta conversazione che Primo Levi ha intrecciato nei primi mesi del 1987 con Giovanni Tesio, in vista di una convenuta «biografia autorizzata». Domande discrete e mai troppo incalzanti a cui Levi risponde con una disponibilità vigilata ma a tratti molto esplicita, che spariglia il risaputo, lasciando trasparire un lato di sé più intimo. E ci regala un dialogo intenso che corre sul filo della memoria, carico di vita, di storie e di Storia; un dialogo che si interrompe proprio prima di Auschwitz. Un’interruzione dovuta alla morte improvvisa di Levi.
«Io mi ritengo uno che ha combattuto parecchie battaglie. Che ne ha perse alcune e ne ha vinte altre. Devo avere una certa forza profonda, perché sono sopravvissuto ad Auschwitz, questa è una grossa battaglia. Anche come chimico ho sopportato sconfitte, ma ho vinto parecchie volte. Poi, come scrittore. Mi sono ritrovato a diventare uno scrittore quasi mio malgrado, ho aperto un capitolo nuovo. Mi è venuta addosso a scalini, prima in Italia e poi all’estero, questa ondata di successo che mi ha squilibrato profondamente, mi ha messo nei panni di qualcuno che non sono io».
Rolando Anni è docente di Letteratura e cristianesimo presso l’ISSR dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, dove è segretario scientifico dell’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età contemporanea. Per Morcelliana ha pubblicato: Storia della Resistenza bresciana, 1943-1945 (2005, 2 voll.); Dizionario della Resistenza bresciana (2008). (http://www.morcelliana.net – 2019)
Giovanni Tesio, ordinario di letteratura italiana presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale e critico letterario di “La Stampa”-“Tuttolibri”, è nato a Piossasco (Torino) nel 1946. Tra i maggiori esperti di poesia in dialetto, è presente in alcune riviste scientifiche come il “Giornale Storico della Letteratura Italiana”, “Lettere Italiane”,”Belfagor”, “Critica Letteraria”,”Paragone” e “Studi Piemontesi”. Attento, sulla linea segnata da Carlo Dionisotti, alla geografia e alla storia della letteratura italiana, muove la propria attività di ricerca prevalentemente lungo i versanti del rapporto tra scrittura e territorio. Per Interlinea ha pubblicato il saggio I più amati. Perché leggerli? Come leggerli?, curando inoltre l’autobiografia-intervista di Sebastiano Vassalli Un nulla pieno di storie, l’antologia L’ombra della stella e la raccolta di racconti di Mario Soldati Un sorso di Gattinara.
Pietro Gibellini è nato a Pralboino (Brescia) il 16 maggio 1945. Alunno del collegio “Ghislieri”, si è laureato in Lettere a Pavia (1968), discutendo la tesi con Dante Isella, correlatori Maria Corti e Cesare Segre. Già ricercatore nell’ateneo pavese (1974) e chargé de cours a Ginevra (1982), ha coperto la cattedra di Letteratura italiana all’Aquila (1987), poi a Trieste (1990), donde è passato a “Ca’ Foscari” (1996). È stato docente a contratto all’Università Cattolica di Brescia. Oltre alla sua disciplina, ha insegnato anche Filologia italiana e Letteratura moderna e contemporanea. Si è interessato di educazione letteraria, realizzando un’ampia storia-antologia per la scuola e insegnando alla SSIS del Veneto. Collabora alla pagina culturale di un quotidiano nazionale. Editore, commentatore e interprete di testi, ha offerto contributi dal Medioevo al Novecento, studiando in particolare l’età moderna: Belli, la poesia dialettale dell’Otto e del Novecento, la “linea lombarda” da Parini a Gadda, Manzoni, D’Annunzio, la critica delle varianti. Da alcuni anni si occupa del mito classico nella letteratura italiana, e sul tema ha guidato una ricerca interateneo (PRIN), ora estesa alla memoria della Bibbia nella letteratura italiana. Attende all’edizione critica e commentata dei Sonetti di Belli per i “Meridiani”. Coordina il Dottorato in Italianistica e Filologia classico-medievale. Presiede il comitato scientifico per l’Edizione Nazionale dell’opera di D’Annunzio e quello degli scritti di Giovita Scalvini, ed è membro di quelli per Belli e Fogazzaro. È nella direzione e/o comitati scientifici delle riviste “Critica letteraria”, “Humanitas”, “Letteratura e dialetti”, “Rivista di letteratura italiana”, “Ermeneutica letteraria”, “Esperienze letterarie”, “Italian Studies in Southern Africa”, “Archivio d’Annunzio-rivista di cultura comparata”. Ha diretto la collana di “Letteratura delle regioni d’Italia” dell’ed. La Scuola e la rivista “Quaderni dannunziani”. (unive.it – 2021)