Padre Dmitrij (1922-2014) è nato in un villaggio della provincia di Brjansk (Russia) da una povera e numerosa famiglia di contadini. Terminati gli studi medi viene arruolato. Dopo la guerra entra nel seminario teologico di Mosca, ma nel 1948 viene arrestato per aver scritto alcune poesie religiose. Liberato dopo otto anni di lager, riprende gli studi teologici e alla fine del 1960 è ordinato sacerdote. Destinato alla Chiesa di S. Nicola di Mosca, introduce un nuovo metodo di predicazione che avrà un enorme successo: risponde alle domande che i fedeli gli fanno pervenire. Le autorità politiche impongono alle autorità religiose di allontanare lo scomodo prete dalla capitale. Nell’autunno del 1974 Dudko viene trasferito nel villaggio di Kabanovo a 85 km. da Mosca. Ma l’afflusso della gente alla sua chiesa non diminuisce. Alla vigilia di Natale del 1975 gli viene tolta la «registrazione». È costretto ad un periodo di riposo, ma in seguito gli viene affidata luna parrocchia a 80 km da Mosca, dove viene seguito da numerosi fedeli. La polizia segreta gli manda allora un “avvertimento”: un’auto lo investe rompendogli entrambe le gambe. Pur menomato, continua la sua opera spirituale continuamente minacciato di arresto
Il 23 gennaio 1980 viene presentata una interrogazione parlamentare al Governo italiano da parte dell’on Sanese (Dc) sulle misure intraprese per protestare verso il governo russo per le violazioni dei più elementari diritti umani, in relazione all’arresto di padre Dimitri Dudko e del Premio Nobel per la Pace Andrej Sacharov.
Per dimostrare una concreta solidarietà al sacerdote ingiustamente perseguitato la Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, unitamente ai Gruppi di presenza cristiana nella scuola e a Comunione e Liberazione, ha invitato la cittadinanza a sottoscrivere una petizione al governo sovietico, che è stata firmata da 1.018 persone.