Presentazione del libro "Più forti delle armi. Dietrich Bonhoeffer, Edith Stein, Jerzy Popieluszko"

Giovedì 15 dicembre 2016 alle ore 17,30 è stato presentato l’ultimo libro di Anselmo Palini, Più forti delle armi. Dietrich Bonhoeffer, Edith Stein, Jerzy Popieluszko (ed. Ave) presso la libreria dell’Università Cattolica di Brescia, via Trieste 17/d.

Sono intervenuti:
Domenico Simeone, professore ordinario presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Cattolica.
Anselmo Palini, laureato in Pedagogia presso l’Università Cattolica di Brescia con una tesi sulla storia del cristianesimo, ora docente di Materie Letterarie presto l’Istituto di Istruzione Superiore “Antonietti” a Iseo. Fin da giovane studente appassionato ai temi della pace e della non violenza, in questi anni ha approfondito il discorso sulla pace, l’obiezione di coscienza e i diritti umani (si vedano le monografie: Marianella García Villas. “Avvocata dei poveri, difensore degli oppressi, voce dei perseguitati e degli scomparsi”, Edizione Ave, 2014 e Oscar Romero. “Ho udito il grido del mio popolo”, Edizione Ave, 2010). Più di recente ha ricercato le testimonianze di coloro che si sono opposti ai sistemi dittatoriali del XX secolo: “La filosofia che accompagna i miei lavori di questi anni è quella di “fare memoria del bene”, ossia far conoscere le vicende biografiche e il pensiero di quanti, nella storia, soprattutto quella del XX secolo, hanno scelto di opporsi alle guerre e alle ingiustizie con la forza della loro parola e della loro testimonianza, percorrendo le strade della nonviolenza” (Anselmo Palini, www.anselmopalini.it).
Ha presentato Massimo Tedeschi, giornalista caporedattore della sezione Brescia del Corriere della Sera.

L’iniziativa è stata promossa da Azione Cattolica, Acli, Pax Christi, Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Noi Siamo Chiesa, Società di San Vincenzo de’ Paoli, La Rosa Bianca.

Bonhoeffer, Dietrich. – Teologo luterano (Breslavia 1906 – lager di Flossenbürg 1945). Laureatosi in teologia nel 1930, si dedicò all’attività pastorale: i suoi anni giovanili sono caratterizzati dall’impegno ecumenico, focalizzato sulla questione della pace vista in prospettiva strettamente teologica. Dopo l’ascesa di Hitler al potere divenne una delle guide della “chiesa confessante” e si batté con coraggio contro la chiesa filonazista dei “cristiani tedeschi”. Scoppiata la guerra (1939), partecipò alla lotta, teorica e militare, contro il regime, approvando la teoria dell’uccisione del tiranno. Imprigionato nel 1943, riuscì a far uscire dal carcere testi, lettere e frammenti (raccolti successivamente in Widerstand und Ergebung, 1951, trad. it. Resistenza e resa, 1969). Fu impiccato il 9 aprile 1945, dopo un processo sommario. La sua dottrina ha costituito una netta inversione della rotta teologica: all’abitudine di contestare il mondoin nome di Dio B. ha sostituito la contestazione di Dio in nome del mondo “divenuto adulto”, ponendo i presupposti per le teologie della secolarizzazione, della rivoluzione e, in qualche modo, anche della teologia della “morte di Dio”. La morale per B. non si basa sul concetto astratto del bene, ma su quello che realisticamente aderisce alla storia, soprattutto facendosi carico del destino di tutti: è il concetto di “sostituzione”, che caratterizza sia la dottrina sia la personale testimonianza di Bonhoeffer. Tra le sue altre opere si ricordano Akt und Sein (1931; trad. it. Atto ed essere, 1985), Nachfolge (1937; trad. it. Sequela, 1971) ed Ethik (post., 1949; trad. it. Etica, 1969); in Gesammelte Schriften (6 voll., 1958-61) sono raccolti i saggi sparsi di B., ripresi e integrati nei voll. 9-17 dell’edizione critica integrale Dietrich Bonhoeffer Werke (1986-99). L’opera di B. è stata tradotta in italiano nei dieci tomi delle Opere di Dietrich Bonhoeffer (1994-2010). (www.treccani.it – 2021)

Edith Stein (Breslavia, 1891 – Auschwitz, 1942) è stata allieva di Husserl a Gottinga, dove nel 1916 si laurea in filosofia con una dissertazione intitolata “Sul problema dell’empatia”, e sua assistente a Friburgo, contribuendo, tra l’altro, a riordinare i manoscritti husserliani pubblicati poi come secondo e terzo volume delle Idee per una nuova fenomenologia pura. L’incontro con Max Scheler consente alla Stein, che discendeva da una famiglia ebraica ma che negli anni dell’università si dichiarava atea, di entrare in contatto con la concezione religiosa cattolica e di maturare progressivamente, anche dopo la lettura della Vita di santa Teresa d’Avila, la scelta della conversione, culminata nel battesimo (1922). In questi anni, attraverso la frequentazione di studiosi come il gesuita padre Erich Przywara, avvia un’assidua frequentazione dei pensatori cristiani, in particolare di Tommaso d’Aquino. Nasce così in lei il progetto di inserire la dottrina dell’intenzionalità, propria della scuola fenomenologica, nella rielaborazione della filosofia scolastica. Dopo aver insegnato filosofia al Deutsches Institut di Münster, nel 1934 entra nel Carmelo di Colonia e assume il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Per sfuggire alle persecuzioni razziali dei nazisti, nel 1938 si rifugia a Echt, in Olanda; ma da qui viene prelevata nell’agosto del 1942 e trasferita ad Auschwitz. Tra le sue opere principali si possono ricordare, Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere (postuma, 1988), Essere finito ed essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere (postuma, 1950) e “Scientia crucis”. Studio su Giovanni della Croce (postuma, 1950). Nel 1998 papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata santa e l’anno successivo l’ha dichiarata compatrona d’Europa.