Sabato 20 gennaio 2024 alle ore 17,30 nella Libreria Paoline (Brescia, via Gabriele Rosa 57) si è tenuta la presentazione del libro di Francesco Comina “La lama e la croce. Storie di cattolici che si opposero a Hitler” (LEV 2024) su iniziativa della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, dell’Associazione Fiamme Verdi e della Libreria Editrice Vaticana. L’Autore ha dialogato con Marta Perrini, consigliera Ccdc.
Francesco Comina (Bolzano, 1967) è giornalista e scrittore. Da sempre interessato ai temi della nonviolenza e dei diritti umani, ha coordinato per dieci anni il Centro per la Pace del Comune di Bolzano. Ha scritto diversi saggi, tradotti anche all’estero, fra cui Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter, il primato della coscienza (Emi), L’uomo che disse no a Hitler. Josef Mayr-Nusser, un eroe solitario (il Margine), Monsignor Romero martire per il popolo. I giorni ultimi nel racconto del diario (la Meridiana).
IL LIBRO – Sono poco note ma molto toccanti le vicende di vita dei martiri cattolici antinazisti che Francesco Comina descrive nel suo nuovo libro La lama e la croce. Storie di cattolici che si opposero a Hitler (Libreria Editrice Vaticana, 176 pp. 15 euro, in libreria dal 15 gennaio). Sono storie raccolte dal giornalista altoatesino documentatosi in archivi e tramite testimonianze di eredi di questi martiri, visitando luoghi della memoria tra Italia, Austria e Germania. Alcune di queste figure sono diventate molto note al grande pubblico, altre sono rimaste conosciute solo in ambito ecclesiale, certe sono pressoché sconosciute e meritano di venire alla ribalta per il loro messaggio di resistenza civile e di testimonianza cristiana. Tra i personaggi meno noti e più interessanti evocati dal libro figura Walter Klingenbeck, un ragazzo di 19 anni di Monaco, che radunò attorno a sé un piccolo gruppo di quasi coetanei, iniziando azioni di resistenza nonviolenta e di sensibilizzazione antinazista: tra le loro iniziative, il progetto di un “drone”, un aereo telecomandato, per diffondere volantini anti-nazista al fine di risvegliare la coscienza civile della popolazione, ammorbata dalla propaganda del Terzo Reich. Il circolo Klingenbeck progettò anche una radio clandestina, pitturava sui muri degli edifici simboli legati agli Alleati, cercava di scuotere l’opinione pubblica. Arrestati, di quei quattro ragazzi finì al patibolo solo Walter, decapitato il 5 agosto 1943. Stessa sorte toccò a due padri di famiglia, che oggi la Chiesa riconosce come beati: Franz Jägerstätter, il contadino austriaco divenuto famoso per il film che Terrence Malick gli ha dedicato, La vita nascosta, eliminato il 9 agosto 1943 dopo essere stato rinchiuso nello stesso carcere di Dietrich Bonhoeffer; e Josef Mayr-Nusser, membro dell’Azione cattolica, marito e padre di famiglia, che arruolato nell’esercito tedesco si rifiutò di giurare a Hitler e per questo fu spedito a Dachau: morì di stenti nel viaggio verso il lager il 24 febbraio 1945. Singolare il legame che Francesco Comina ha rintracciato tra la vicenda di Mayr-Nusser, responsabile dei giovani dell’Ac altoatesina negli anni della guerra, e la vicenda del battaglione Brixen, formato da giovani dell’Alto Adige: circa duemila nuove reclute si rifiutarono di prestare il giuramento di sangue al Führer e per questo vennero puniti con l’invio in zone di guerra dove furono “carne da macello”. Francesco Comina, inoltre, rintraccia e dà voce inoltre alle vicende di tre donne, figure splendide di resistenti in nome del Vangelo alla violenza e sopraffazione della croce uncinata: suor Maria Angela Autsch, colpevole di resistere al nazismo in Austria e per questo spedita ad Auschwitz. Anche Eva-Maria Buch e Maria Terwiel, due donne tedesche attive a Berlino nelle reti di resistenza oppositiva al Terzo Reich, raggiunte dalla Gestapo e uccise con la ghigliottina, brillano come obiettrici al nazismo in nome del Vangelo. Tra i testimoni descritti da Comina figurano anche tre sacerdoti: Max Josef Metzger, prete pacifista, attivo nell’azione ecumenica, instancabile conferenziere e animatore di comunità, decapitato il 17 aprile 1944; Franz Reinisch, religioso pallottino che aveva studiato a Brunico e Bolzano, predicatore assiduo contro il nazismo, per questo arrestato e ghigliottinato il 21 agosto 1942; don Heinrich Dalla Rosa, nativo di Lana, in provincia di Bolzano, le cui affermazioni contrarie al nazismo vennero denunciate da alcuni vicini: non smentì la sua opposizione al Terzo Reich e per questo perì il 24 gennaio 1945 per mano nazista.