Giovedì 24 gennaio 2019 alle ore 20,30 nella Parrocchia San Giovanni Battista, in via Triumplina 268 a Brescia, è stato presentato il libro Le stelle di Lampedusa, scritto da Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa in prima linea nel soccorso ai migranti, di fronte ad un pubblico che la sala non è riuscita a contenere.
L’intervento di Pietro Barolo è stato preceduto da un breve intervento di don Venanzio Pasotti, Rettore del Seminario R.M. di Kampala-Uganda, e dalla testimonianza di una coppia di migranti.
Promotori: Biblioteca Diocesana, Centro di Aiuto alla Vita Brescia 2 e Centro di Aiuto alla Vita il Dono, CCDC, Ufficio Famiglia.
Con il patrocinio di: Comune di Brescia, Associazione Centro Migranti Onlus, Ufficio per i Migranti della Diocesi di Brescia, Federvita Lombardia.
Trama: Quando Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, vide Anila per la prima volta rimase di sasso. Quella bambina non avrà avuto più di dieci anni. Che cosa ci faceva una creatura così piccola, da sola, in una nave piena di naufraghi disperati? Di solito, ragionò, i bambini di quell’età arrivano qui in Italia accompagnati dai genitori, o da un amico di famiglia o da qualche altro adulto conosciuto lungo il viaggio.
Allo stupore di quel primo istante seguì una certezza: l’arrivo a Lampedusa per Anila non era la fine di un lungo viaggio ma solo una tappa intermedia, un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma «da qualche parte in Europa» e salvarla. Da tutto. Dalla prostituzione, dal vudù africano che la teneva in scacco, dalla non meno malefica burocrazia occidentale, ma soprattutto dai suoi stessi sensi di colpa.
Pietro Bartolo accetta di accompagnare Anila lungo questo suo nuovo percorso. E, attraverso i suoi occhi neri e profondissimi, si proietta dentro l’interminabile incubo dei tanti migranti bambini che negli anni sono arrivati – da soli – sulle coste italiane: la miseria di Agades, la traversata del deserto, gli orrori delle carceri libiche, il terrore del naufragio nelle acque gelide di un Mediterraneo invernale e ostile.
A metà strada esatta tra un romanzo di formazione e un documentario, queste pagine ci permettono di toccare con mano, di scoprire in prima persona che cosa c’è davvero dall’altra parte dell’«allarme immigrazione», quello che troviamo rilanciato negli slogan più beceri di questo medioevo permanente in cui la politica ci ha catapultati.
Un libro per capire l’importanza di essere testimoni. Perché, alla fine, l’unico pericolo che corre davvero la nostra civiltà davanti al tumultuoso flusso migratorio di quest’epoca è quello dell’incomprensione e della stupidità.