Martedì 19 novembre 2019 alle ore 20,45 presso il Cinema Nuovo Eden (via Nino Bixio 9 – Brescia) – tutto esaurito – vi è stata la proiezione in prima visione per Brescia di A rose in Winter, il film di Joshua Sinclair e Vittorio Storaro su Edith Stein. Ha introdotto alla visione del film (in inglese con sottotitoli in italiano) il regista Joshua Sinclair intervistato da Ilario Bertoletti, direttore editoriale della Morcelliana. Sinclair al termine della proiezione ha risposto alle domande del pubblico. Ha partecipato all’evento anche il Vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada, che al termine del film ha espresso il sua apprezzamento al regista.
L’iniziativa è stata promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, ed è realizzata in collaborazione con Festival della Pace di Brescia e il Cinema Nuovo Eden.
Il film narra la storia appassionante ed emozionante di Michael Praeger, un giornalista che ha il compito di scrivere una storia su Edith Stein. Praeger scopre che Stein era una monaca carmelitana di origine ebraica, assassinata in una camera a gas nazista. Scavando più a fondo, Praeger rivela via via dettagli sempre più affascinanti sul viaggio di questa donna verso la santità. La vicenda, commuovente e simbolica, è raccontata attraverso flashback o flashforward. A questa frammentazione del racconto si accompagna una varietà nello stile visivo che alterna luci calde ed avvolgenti a blu freddi ed asettici, concedendosi persino qualche digressione in bianco e nero, com’è tipico di un grande maestro come Vittorio Storaro, il direttore della fotografia del film, vincitore di 3 Premi Oscar. Tra chi ha lavorato al film compare anche un bresciano, Ruggero de Virgiliis, che si è occupato della produzione esecutiva della pellicola.
A rose in winter è stato proiettato il 9 gennaio 2019 al Parlamento europeo di Bruxelles e ha già vinto diversi premi, tra cui quello di miglior film al Cineways Film festival di Wolfsburg, migliore sceneggiatura e migliore fotografia all’Internationl Independent Film Awards e speciale premio della giuria al Canada Independent Film Festival.
Il regista Joshua Sinclair, nome d’arte di John Louis Loffredo (New York, 7 maggio 1953) è un attore, sceneggiatore, regista e produttore statunitense. Personalità eclettica, come medico specializzato in malattie tropicali ha lavorato in India con Madre Teresa di Calcutta e in Africa. Professore di Teologia comparata, è un romanziere, un produttore cinematografico, regista, produttore. Joshua Sinclair rappresenta la quinta generazione di scrittori pubblicati nella sua famiglia. La sua produzione di Just A Gigolo, con David Bowie e Kim Novak, è stato l’ultimo film di Marlene Dietrich. Nel 2000, come creatore e scrittore della trilogia Shaka Zulu e per il suo lavoro contro l’apartheid, ha ricevuto un elogio da Kweisi Mfume del NAACP e Mangosuthu Buthelezi (Primo Ministro della nazione Zulu). Nel 2002, ha anche ricevuto un elogio dal Senato degli Stati Uniti (Dianne Feinstein) e dalla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti (Diane Watson). Basata sul suo romanzo (1986), la miniserie SHAKA ZULU è stata quella più proiettata nella storia della televisione negli Stati Uniti.
La sceneggiatura si trova pubblicata nel recentissimo libro Edith Stein. Una rosa d’inverno (Scholé-Morcelliana). L’edizione, come la sceneggiatura del film, è stata curata da Francesco Alfieri, uno dei maggiori esperti mondiali di Edith Stein, che ha sostenuto il Regista mettendo in campo le sue competenze sugli scritti della filosofa ebrea-cristiana.
Il direttore della fotografia Vittorio Storaro. Come spesso avviene nei film in cui il ruolo del direttore della fotografia è ricoperto da Vittorio Storaro, le luci ed i colori assumono un’importanza che va ben al di là dell’aspetto estetico, inserendosi nel processo diegetico a sottolineare le emozioni dei protagonisti o il particolare tono di una scena. Storaro infatti non è solo noto per la sua bravura nel comporre immagini visivamente suggestive (come testimonia la sua sterminata filmografia, da Apocalypse Now ad Ultimo Tango a Parigi) ma è anche un vero studioso del “significato” dei colori, che nei lavori a cui collabora sono determinanti tanto quanto la sceneggiatura o la regia. Proprio per la posizione “ingombrante” di Storaro, anche A Rose in Winter (come nel recente Wonder Wheel di Woody Allen) adotta uno stile particolarmente teatrale per raccontare delle storie che generalmente sono invece proposte al cinema con stile asciutto e minimale.