Giornale di Brescia, 28 ottobre 2010
Tutti i posti erano occupati, martedì sera, nella Sala polifunzionale dell’Università Cattolica, per assistere alla proiezione del film di Wim Wenders «Il volo», promossa dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.
Il breve documentario (della durata di 32 minuti) è dedicato all’esperienza dei Comuni calabresi di Badolato e di Riace, borghi che si sono semispopolati, e che hanno ospitato nelle case vuote gli immigrati clandestini scaricati dai barconi sulla costa. All’incontro mancava purtroppo il sindaco di Riace Domenico Lucano, appassionato promotore dell’iniziativa di accoglienza, trattenuto lontano da altri impegni: ad illustrare le motivazioni e la genesi del film – promosso dalla Regione Calabria – è intervenuto il produttore esecutivo, Claudio Gabriele.
La serata era una delle rare occasioni per vedere il documentario di Wenders, mostrato con parsimonia dal produttore, che ha in progetto di completarlo con altri due episodi di mezz’ora ciascuno, sempre affidati al regista tedesco.
«Lo porto volentieri in incontri come questo – ha spiegato Claudio Gabriele -, serate non mondane, ma dedicate a una realtà drammatica».
Ad essa ha fatto riferimento in apertura Alberto Franchi, presidente della Ccdc: «Chi, da cattolico, chiede allo Stato di difendere la vita in ogni occasione si pone domande di fronte all’introduzione del reato di immigrazione clandestina e al respingimento dei profughi. La storia del “Volo” è dedicata a tutti i volontari che a Brescia e provincia lavorano per l’integrazione, contro il conformismo di una cultura che li vede come una minaccia».
Assente in sala, il sindaco Domenico Lucano parla però nel film, rievocando l’emozione suscitata in lui dallo sbarco di un gruppo di profughi curdi, che sono diventati i primi ospiti delle case di Riace. «Il reato di clandestinità è in pratica il reato di esistere», ammonisce Lucano.
E Claudio Gabriele ha ricordato che «da 20 anni si muore di frontiera lungo i confini dell’Europa», elencando le cifre dei clandestini annegati nei nostri mari o attraversando i fiumi frontalieri, soffocati durante traversate avventurose in traghetti e mercantili, assiderati sui valichi turchi o greci, uccisi dalla polizia di frontiera o nei centri di detenzione libici. «Una tragedia che non si deve rimuovere, sulla quale a noi arrivano poche informazioni vere».
Un dramma che ha colpito Wim Wenders, spingendolo a modificare radicalmente il progetto originario del film, un’opera promozionale dedicata alla Calabria che avrebbe dovuto durare meno di 10 minuti. «Un giorno – racconta Gabriele – eravamo a Scilla alle 7 del mattino. Ho fatto una rivoluzione, ha detto. Mi ha fatto salire nel cinemobile e mi ha fatto leggere al computer una lettera bellissima in cui spiega quello che la sua voce ripete anche nel film»: cioè che le storie tragiche dei giovani immigrati con cui il regista aveva parlato, e la vicenda di Riace e del suo sindaco, gli erano apparse più vere e urgenti del racconto in lavorazione.
In questi giorni, Wenders sta lavorando ad un film dedicato alla grande coreografa tedesca Pina Bausch. Restano in gestazione i due successivi episodi del «Volo», che tra le sue caratteristiche vanta anche il fatto di essere il primo film italiano girato in 3D. Peccato per l’impossibilità tecnica di valutare, nella serata bresciana, il lavoro del regista sulle tre dimensioni (alla Cattolica, il film è stato proiettato in 2D): «I film in 3D che vediamo al cinema – ha detto Gabriele – sono giocattoli per teenagers. Ma Wenders ha capito che il 3D è il reale nella sua totalità, può aprire un percorso di ricerca innovativo sul linguaggio cinematografico».
Wenders ieri, intervenendo a un’audizione della Commissione parlamentare cultura su «Cinema e identità europea», ha lanciato alle istituzioni europee la proposta che «il cinema venga insegnato nelle scuole», dato che in un mondo che vive e vivrà sempre più di immagini «le immagini saranno le armi del futuro».
La proiezione del «Volo» è stato il primo di due appuntamenti che la Ccdc dedica all’immigrazione. Il secondo incontro, dal titolo «Respingimenti: naufragio dei diritti», si terrà in città il 3 novembre alle 18.15, nella Sala Bevilacqua di via Pace 10. Ospiti mons. Agostino Marchetto e Laura Boldrini.