Testi scelti di Aleksej Naval’nyj

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I testi riportati sono stati letti nel corso dell’incontro del 24 maggio 2024:

Festeggio la mia seconda vita – 20-VIII-2021

Non so quando dovrei festeggiare la mia seconda nascita. Il 20 agosto, quando ho creduto che fosse tutto finito, che fossi morto sul volo da Tomsk a Mosca? O diciassette giorni dopo, quando sono tecnicamente uscito dal coma? O il giorno in cui ho ripreso conoscenza e ho capito dove mi trovavo e perché (per altro mi è difficile dire quale giorno fosse)? Suppongo sia stato comunque oggi, il 20 agosto. In seguito, sono stato costretto a letto per molto tempo, vivacchiando come un vegetale, ma la cosa decisiva è successa quel giorno. I piloti sono atterrati molto rapidamente dandomi la possibilità di essere salvato. I medici del primo intervento mi hanno iniettato quel che era necessario, con grande professionalità, e io sono sopravvissuto fino all’ospedale. E poi tutti voi avete iniziato a protestare e non avete permesso che mi soffocassero in silenzio con un cuscino nell’ospedale di Omsk o che semplicemente scollegassero la macchina per la respirazione artificiale. Vorrei ringraziarvi tutti ancora una volta. Grazie a voi, tutto è andato meravigliosamente bene, sono sopravvissuto e sono finito in prigione! (Ahahah. Scusate ma non ce l’ho fatta a trattenermi). Effettivamente tutto si è svolto nel miglior modo possibile e mi è stata data una seconda possibilità di vivere e di prendere le decisioni che ritenevo giuste e oneste. Era quello che stavo facendo, che sto facendo e che cercherò di continuare a fare.

Buona Pasqua! – 20-IV-2014

Cristo è risorto, cristiani ortodossi! Auguri a tutti in occasione di questa grande festa. Ma auguri anche ai non ortodossi, ai non credenti e agli atei. So che ce ne sono molti tra quelli che leggono questo simpatico diario. Quindi scrivo questo post innanzitutto per loro (non ha senso ricordarlo agli ortodossi). Sono stato ateo fino ai 25 anni, e per giunta militante duro. Ora sono credente, ma siccome mi ricordo bene com’ero prima dei 25, non mi fanno orrore, non mi sconvolgono né mi stupiscono più di tanto le posizioni anticlericali, le interpretazioni fanaticamente scientifiche dell’ordine del mondo e la presa in giro della religiosità ostentata. Anzi, quest’ultima ha persino una sua utilità. Tuttavia, mi pare che proprio la Pasqua possa aspirare al titolo di Festa di Tutti. È decisamente meglio del Capodanno, amici miei. Pensateci bene: è la festa della cosa più importante che ci sia. La festa dell’inevitabile trionfo del Bene sul male. La festa della speranza. La festa della fede in un futuro migliore. Contro che cosa si era battuto il Signore? Contro la menzogna, l’ipocrisia, la schiavitù, l’ingiustizia, l’usurpazione del potere da parte di delinquenti e ladri. Contro tutto quello che maggiormente ci disgusta, che ha disgustato molti prima di noi e disgusterà molti dopo di noi. E fu molto dura per Lui. Non aveva chi potesse sostenerlo, cose come i nostri meeting erano proibite, gli OMON lo tormentavano con le lance, i mass media erano sotto il controllo dei farisei, al potere c’erano dei furfanti con proprietà immobiliari all’estero. E dei dodici che componevano il comitato centrale del suo partito, uno era un provocatore, un traditore che si era venduto per soldi e si era messo al servizio della Sezione “E” del tempo. E allora non li mettevano in prigione per 15 giorni con tre pasti al giorno, ma li frustavano immediatamente sulla schiena con una sferza uncinata a sette code. I malvagi distrussero tutto quello che era stato fatto. I discepoli furono costretti a rinnegarlo. Lui stesso fu torturato e ucciso. E tutto crollò e calarono le tenebre. Cosa sono tutte le nostre «difficoltà» e i nostri «problemi» in confronto a ciò che ha dovuto provare Lui? Ma il Bene, la Giustizia, la Fede, la Speranza e la Carità ebbero comunque la meglio. (Sì, anch’io trovo strano che tutte queste cose siano scritte con le iniziali maiuscole, ma come scriverle diversamente?). E vinceranno sempre. È scritto in una curiosa frasetta, in una lingua incomprensibile, che oggi viene ripetuta un milione di volte di seguito: «Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte e ha dato la vita a coloro che erano nei sepolcri». Buona festa della Risurrezione a tutti voi, credenti e non credenti. Buona festa dell’inevitabile vittoria del Bene!

Coscienza e raziocinio – 21-VII-2023

Per far sì che venga al mondo un nuovo uomo due persone devono prima acconsentire al fatto di fare qualche sacrificio. Il nuovo uomo sarà partorito nel dolore, bisognerà passare con lui notti insonni, poi regalargli un cane. E portare a spasso il cane. Esattamente lo stesso ci vuole perché nasca un nuovo Paese libero e ricco: deve avere dei genitori. Persone che lo vogliono, che lo attendono, che sono pronte a fare qualche sacrificio perché nasca. Nella certezza che il gioco vale la candela. Non è assolutamente necessario che tutti vadano in prigione. È un po’ una lotteria, e a me è capitato questo biglietto. Ma ciascuno è tenuto a fare qualche sacrificio, qualche sforzo. Vengo accusato di fomentare l’odio verso i rappresentanti del potere e dei Servizi, verso i giudici e i membri del partito «Russia Unita». Ma non è vero, non fomento l’odio. Semplicemente ricordo che l’uomo ha due gambe, coscienza e raziocinio. E quando sarete stufi di barcollare assieme a questo governo, rompendovi la fronte e il futuro, quando finalmente capirete che rinunciare alla coscienza alla fine dei conti porta a cancellare il raziocinio, allora forse tornerete a mettervi sulle due gambe su cui deve reggersi un uomo, e insieme potremo approssimarci alla Bellissima Russia del futuro.

È il mio compleanno – 4-VI-2023

Oggi è il mio compleanno. Quando mi sono svegliato stamattina, ho scherzato tra me e me dicendo che avrei aggiunto la cella d’isolamento alla lista dei posti dove ho festeggiato il mio compleanno. E poi, come chi ha raggiunto una certa età (e oggi ne ho 47, incredibile), ho pensato ai successi di quest’anno e ai progetti per il prossimo. I successi non sono stati gran cosa, e li ha riassunti al meglio l’altro giorno lo psicologo della nostra colonia. Prima di essere messi in isolamento, si viene esaminati da un ufficiale medico (per capire se sarai in grado di sopportarlo) e da uno psicologo (per capire se hai intenzione di impiccarti). Dopo il nostro incontro, lo psicologo ha detto: «È la sedicesima volta che la mettiamo in isolamento, e il suo umore è molto migliore di quello dei membri della commissione». È vero, ma il giorno del tuo compleanno devi essere onesto con te stesso, quindi mi sono chiesto: sono davvero di buon umore o faccio finta? Rispondo: è vero. È chiaro che preferirei non dovermi svegliare in questo canile, che vorrei fare colazione con la mia famiglia, ricevere baci sulle guance dai miei figli, scartare i regali e dire: wow, è proprio quello che sognavo. Ma la vita funziona in modo tale che il progresso sociale e un futuro migliore si ottengono solo se un certo numero di persone è disposto a pagare per il proprio diritto ad avere delle convinzioni. Più persone così ci sono, meno pagano tutti. E arriverà sicuramente il giorno in cui in Russia dire la verità e difendere la giustizia sarà qualcosa di normale e non pericoloso. Fino a quel giorno, non considero la mia situazione come un peso ma solo come un lavoro. Ogni lavoro ha una parte spiacevole, giusto? Beh, ora sto facendo la parte spiacevole del mio lavoro preferito. Il mio piano per l’anno passato è stato quello di non abbrutirmi, esasperarmi o perdere il mio contegno disinvolto: è lì che inizia la sconfitta. E se sono riuscito in qualcosa, è stato grazie al vostro sostegno.

Importanza degli stivali – 21-XI-2022

In questo momento, mentre i rappresentanti della comunità progressista cercano di discutere della situazione internazionale su Twitter, o di fregare gli amici fingendo di aver letto l’Ulisse, io sto intraprendendo un’azione legale contro la mia colonia penale per chiedere che mi diano gli stivali invernali. Non ridete. Il punto è che non me li danno e basta. Mentre io ne ho assolutamente bisogno. Sono già passate diverse settimane da quando l’intera zona è passata all’abbigliamento invernale, e quelle carogne dei miei carcerieri si ostinano a non darmi gli stivali invernali. Il mio cortile per la passeggiata è una fossa di cemento più piccola di una cella e completamente ghiacciata. Provate a camminarci con le scarpe leggere. Ma bisogna fare la passeggiata. È l’unica ora e mezza di aria fresca disponibile. Perché i secondini devono perdere tempo per queste stupidaggini? È un esempio perfetto dell’ingegnosità perfida e della premeditazione del sistema di pressione nel carcere. Non ti danno gli stivali invernali. Il che significa che, o rinunci a camminare (e soffri), o esci comunque e ti ammali (cosa che mi è già successa). Prendere un’infreddatura è una roba da niente quando si è a casa con una coperta, tè e miele. Ma in una cella dove l’acqua calda esiste solo nella forma di tre tazze – per colazione, pranzo e cena – ammalarsi è fortemente sconsigliato, anche se si tratta di un semplice raffreddore.

Perché sono tornato – 17-I- 2024

Sono passati giusto tre anni da quando sono tornato in Russia, dopo le cure seguite al mio avvelenamento. Sono stato arrestato subito all’aeroporto. Quindi sono dietro le sbarre da tre anni. E sono tre anni che rispondo sempre alla stessa e unica domanda. «Ma perché sei tornato?». Non ci sono né segreti né piani. In realtà, è tutto molto semplice. Ho il mio Paese e ho le mie convinzioni. E non voglio rinunciare né al mio Paese né alle mie convinzioni. […]. Se le tue convinzioni valgono qualcosa devi essere pronto a difenderle. E, se necessario, devi essere disposto ad accettare dei sacrifici. Se non sei pronto, significa che non hai nessuna convinzione. Pensi di averne, tutto qui. Ma non sono né convinzioni né principi, sono soltanto delle idee che hai nella testa. Naturalmente questo non vuol dire che tutti quelli che attualmente non sono dietro le sbarre non abbiano delle convinzioni. Tutti pagano il loro prezzo. Per molti, anche senza il carcere, il prezzo da pagare è pesante, davvero pesante. Ho partecipato a delle elezioni e ho cercato di raggiungere posizioni da leader. Ma ciò che mi si chiede è diverso. Ho viaggiato per tutto il Paese e ovunque ho annunciato dal palco: «Vi prometto che non vi tradirò, non vi ingannerò e non vi abbandonerò». Tornando, ho mantenuto la promessa fatta ai miei elettori. Alla fin della fiera, dovrà pur apparire in Russia qualcuno che non mente.

Il giorno prima della sentenza – 3-VIII-2023

Fra ventiquattr’ore leggeranno la sentenza, e io vorrei dire alcune cose prima che venga pronunciata, per «contestualizzare i numeri», in un certo senso. La pena sarà lunga, di quelle, come si suol dire, «staliniane». Per cui, ecco la mia richiesta numero uno. Quando pronunceranno la cifra, per favore non esprimetemi solidarietà con lamenti ed esclamazioni: «Come ai tempi di Stalin!». È meglio che la solidarietà con me e con gli altri prigionieri politici la esprimiate fermandovi un minuto a pensare. Pensate a cosa può servire una condanna esemplare così enorme. Il suo obiettivo principale è quello di spaventare. Voi, non me. Oserei dire: voi personalmente che state leggendo queste righe.  Per favore, pensate e ricordate che, sbattendone dentro centinaia, Putin cerca di intimidirne milioni. Viviamo in un Paese in cui decine di milioni di persone in questo stesso istante sono contrarie alla corruzione, alla guerra e all’illegalità. In questo preciso istante decine di milioni di persone sono a favore di elezioni oneste, della democrazia, della possibilità di cambiare governo, e vogliono che Putin se ne vada. Sappiamo bene che, se una persona su dieci di coloro che sono scandalizzati dalla corruzione di Putin e dei suoi burocrati scendesse in piazza, il governo cadrebbe domani. Ma queste sono tutte pie illusioni. Ne mettono dentro a centinaia per spaventarne milioni. Bisogna considerate queste cose a sangue freddo. Putin non deve raggiungere il suo scopo. E spero molto che non lo raggiunga neanche con questa condanna contro di me. Perciò, ecco la mia richiesta numero due: quando pronunceranno la sentenza, pensate, per favore, a una sola cosa, quella veramente importante: che altro posso fare, io personalmente, per oppormi? Per ostacolare i ladri e i delinquenti che si sono insediati al Cremlino per divorare il mio Paese e il mio futuro? Cosa posso fare, valutando tutti i rischi e tenendo conto di tutte le circostanze? La terza richiesta è la più importante. Rispondendo a questa domanda, non permettetevi, per favore, di dire: «Non posso fare niente». Voi potete. Ognuno può fare qualcosa. Parlare con i vicini, attaccare un volantino. Non bisogna vergognarsi di scegliere il modo meno pericoloso di opporsi. Bisogna vergognarsi di non fare niente, di lasciarsi spaventare. Qualsiasi condanna abbiano programmato lassù in alto, non raggiungerà il suo scopo se capirete perché succede tutto questo e risponderete «Io non ho paura», dando tutti i giorni, a sangue freddo, un contributo anche piccolo alla libertà della Russia.

La paura e l’odio. Dopo la condanna a 19 anni – 11-VIII-2023

Era da tempo che ne volevo scrivere. Sarà il mio primo post dopo la nuova condanna. Praticamente una confessione. Devo combattere l’odio e la paura, magari potete aiutarmi. L’odio. Di questo mi hanno chiesto in molti, e ancora mi scrivono nelle lettere: allora, odi il giudice? E Putin, a maggior ragione, lo odi? Ed io ho sempre detto, anche prima, che l’odio è la prima cosa che si deve combattere in prigione. Qui ci sono infinite occasioni di odio, l’impotenza è un potentissimo catalizzatore. Per cui, se si dà libero sfogo all’odio, quello ti fa fuori, ti divora. Ma confesso onestamente che provo odio. Nel nostro Paese non c’è stato un putsch dichiarato o strisciante da parte dei Servizi. Non hanno preso il potere eliminando riformatori e democratici. Siamo stati noi, noi a chiamarli, noi li abbiamo invitati. Noi abbiamo insegnato come falsificare le elezioni. Come rubare la proprietà di interi settori. Come mentire sui media. Come cambiare le leggi a proprio uso e consumo. Come reprimere l’opposizione con la forza. E persino come fare delle guerre idiote e inutili. Per questo non posso farci niente e odio ferocemente quelli che hanno svenduto, che si sono bevuti, che hanno sperperato a vuoto l’occasione storica che il nostro Paese ha avuto all’inizio degli anni ’90. Odio i truffatori, che per qualche motivo chiamavamo riformatori. Adesso è chiaro come il giorno che si occupavano unicamente dei loro intrighi e del loro benessere. In che altro Paese esistono tanti ministri «del governo delle riforme» diventati milionari e miliardari? Odio gli autori della più stupida Costituzione autoritaria che a noi (idioti) hanno gabellato come democratica, conferendo già allora al presidente i poteri di un monarca a pieno titolo. E odio tutti in modo particolare perché non hanno fatto neanche il minimo tentativo serio di eliminare le basi dell’illegalità, facendo la riforma della giustizia, senza la quale tutte le altre riforme sono condannate al fiasco.

L’ultima Pasqua – 16-IV-2023

Auguri a tutti gli ortodossi per la festa più importante dell’anno. Cristo è risorto. Questo giorno ci ricorda che non si può disperare, e per quanto sia faticoso, verrà il giorno in cui il male sarà sconfitto e gli uomini di nuovo gli diranno ridendo: «E allora morte, dov’è il tuo pungiglione; inferno, dov’è la tua vittoria?». Auguri!

I brani sono tratti dal libro di Aleksej Naval’nyj “Io non ho paura, non abbiatene neanche voi” (Scholé 2024).