Venerdì 9 maggio alle ore 18 nella Libreria Paoline (Brescia, via Gabriele Rosa 57) verrà presentato da Ilario Bertoletti, direttore editoriale della casa editrice Morcelliana, il libro di Francesco Comina “In viaggio con Ágnes Heller” (San Paolo) alla presenza dell’autore.
Il 14 marzo 2019 Ágnes Heller ha parlato sul tema “Paradosso Europa” su invito della CCDC. A motivo della morte della filosofa intervenuta il 19 luglio 2019, quella di Brescia è stata l’ultima conferenza pubblica di Ágnes Heller.
FRANCESCO COMINA (Bolzano, 1967) si è laureato in filosofia con una tesi sul pensiero di Raimon Panikkar. Giornalista professionista, insegnante e scrittore, ha lavorato per alcune testate dell’Alto Adige e del Trentino. Da sempre interessato ai temi della pace e dei diritti, ha coordinato per dieci anni il Centro per la pace del Comune di Bolzano. Ha raccontato le vicende e le visioni di grandi testimoni e maestri del nostro tempo in vari libri, fra i quali Il cerchio di Panikkar (2011); Monsignor Romero, martire per il popolo (2016); L’uomo che disse no a Hitler. Josef Mayr-Nusser un eroe solitario (2017); Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter e il primato della coscienza (2021); La lama e la croce. Storie di cattolici che si opposero a Hitler (2024).
IL LIBRO. Le pagine di questo libro raccontano, sul filo di una lunga e intensa amicizia, uno degli aspetti più veri e autentici di Ágnes Heller (1929-2019), la grande filosofa ungherese: la bellezza di viaggiare, conoscere, costruire relazioni, visitare città e fermarsi a contemplare i paesaggi naturali per respirare a pieni polmoni il flusso gioioso dell’esistere. La spasmodica ricerca di libertà e leggerezza (il sogno che l’ha accompagnata fin da piccina, come ci ricorda nella Prefazione la figlia, Zsuzsa Hermann) è l’esito non scontato di una vita vissuta fra le pieghe della storia: il male radicale sperimentato durante gli anni del nazismo quando lei, ebrea quindicenne, venne confinata con la madre nel ghetto di Budapest (il padre venne ammazzato in una camera a gas ad Auschwitz); gli studi filosofici all’Università di Budapest sotto la guida di György Lukács, di cui era divenuta l’assistente; la persecuzione nell’Ungheria sotto l’influenza sovietica, che non poteva capire il suo discorso sui bisogni radicali dell’uomo; la fuga in Australia prima e poi a New York. Nel quinto anniversario dalla morte, il libro ci consegna uno sguardo inedito su Ágnes Heller, uno spirito laicamente “mistico”, testimone di un’etica della bontà e della prossimità dal sapore squisitamente evangelico.