Il libro di Anselmo Palini Carlo Bianchi. “Per un domani non solo di pane, ma di giustizia e di libertà” (Editrice Ave, 2025) verrà presentato martedì 29 aprile 2025 ore 18, presso la libreria Paoline a Brescia, in via Gabriele Rosa 57.
Assieme ad Anselmo Palini, autore del libro, interverranno Carla Bianchi Iacono, figlia di Carlo Bianchi, nata quaranta giorni dopo la fucilazione del padre a Fossoli; Roberto Tagliani, presidente nazionale della FIVL (Federazione italiana volontari della libertà, di cui fanno parte le Fiamme Verdi bresciane). Coordinerà l’incontro Giorgio Bardaglio, vicedirettore del Giornale di Brescia. Alcuni brani di Carlo Bianchi saranno letti da Giacomo Taddei.
La presentazione del libro su Carlo Bianchi è organizzata dall’editrice Ave e dalla libreria Paoline in collaborazione con La Voce del Popolo, l’Azione cattolica, le Acli, la CCDC (Cooperativa cattolico-democratica di cultura), la Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), l’Agesci zona Brescia, la FIVL (Federazione italiana volontari della libertà), l’Anpi, l’Aned (Associazione nazionale ex deportati).
CARLO BIANCHI fa parte di quella schiera di persone definite “partigiani senza fucile” in quanto si opposero al nazifascismo senza impugnare le armi, ma operando tuttavia attivamente e mettendo a rischio la propria vita, nella stampa clandestina, nell’aiuto per nascondere o far espatriare quanti erano ricercati, nel tenere i collegamenti fra le formazioni attive nella lotta contro il nazifascismo. Un carissimo amico di Carlo Bianchi era il bresciano Astolfo Lunardi: si conoscevano per motivi di lavoro. Poi quando nel novembre 1943 Lunardi dovette lasciare Brescia poiché braccato dai nazifascisti, si rifugiò a Milano in casa proprio di Carlo Bianchi, una casa che per un paio di mesi ospiterà anche Teresio Olivelli. “Tornerà presto il sole”, scriveva Carlo Bianchi ai propri familiari dal carcere milanese di San Vittore. In realtà tale speranza per lui non si realizzerà e verrà fucilato a Fossoli il 12 luglio 1944. La sua testimonianza tuttavia è rimasta viva e oggi splende più che mai. Cresciuto nell’Azione Cattolica e nella Fuci, negli anni della seconda guerra mondiale si attiva per le persone povere e disagiate dando vita alla “Carità dell’arcivescovo”, per inserirsi poi nell’attività resistenziale con le Fiamme Verdi di Teresio Olivelli e con l’Oscar, l’organizzazione creata da alcuni sacerdoti per favorire l’espatrio di quanti erano braccati dai nazifascisti. Consapevole dei rischi che correva, continuò nella propria attività per porre le basi di un mondo migliore. Fino al sacrificio della vita. La figura di Carlo Bianchi è stata a lungo ingiustamente sottovalutata, come ha scritto il prof. Giorgio Vecchio, tanto che la sua biografia non è presente neppure nel Dizionario storico del movimento cattolico. Eppure ci troviamo di fronte ad un grande testimone-martire, ad un padre di famiglia che, pur avendo una moglie e tre bimbi piccoli che lo aspettavano a casa, si coinvolse nella Resistenza contro il nazifascismo fino al sacrificio della vita.